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Cartello e-book: Apple e 4 editori verso l’accordo con l’Ue

La Commissione Ue ha accolto la proposta di Cupertino, Simon & Schuster, Harper Collins, Hachette e Verlagsgruppe Georg von Holzbrinck di concedere ai rivenditori la facoltà di ridurre i prezzi e applicare sconti dei libri digitali

Pubblicato il 19 Set 2012

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Apple a altri quattro editori di primo piano – Simon & Schuster, Harper Collins, Hachette e Verlagsgruppe Georg von Holzbrinck – hanno avanzato una proposta all’Ue per trovare un accordo sulla vendita di e-book nella zona euro. L’Ue ha aperto una procedura di infrazione nei confronti di Apple e degli editori in questione per verificare la presenza di un cartello sui prezzi degli e-book ,che limiterebbe lo sviluppo del mercato nella zona Euro.

“Per un periodo di due anni i quattro editori non impediranno ai rivenditori (ad esempio Amazon e Barnes & Noble ndr) di ridurre i prezzi o di procedere a campagne di sconto sugli e-book”, ha reso noto l’house organ ufficiale della Commissione Europea. La proposta di Apple è stata avanzata il 31 agosto.

La Commissione ha fatto sapere che gli editori e Apple hanno altresì offerto di sospendere per un periodo di cinque anni i contratti siglati “nei paesi che hanno ottenuto le condizioni di vendita più vantaggiose”.

Se la prova mercato andrà a buon fine, l’Antitrust Ue renderà legalmente vincolanti gli impegni proposti. Le parti interessate hanno ora un mese di tempo per sottoporre a Bruxelles le proprie osservazioni.

HarperCollins, Simon & Schuster e Hachette hanno già raggiunto in aprile un accordo analogo con il governo Usa.

Secondo la rete televisiva Cnn, la causa è legata al lancio dell’iPad e della libreria virtuale dell’azienda fondata da Steve Jobs, iBooks; una mossa, quella di Cupertino, mirata a erodere la quota di Amazon nel mercato dei lettori elettronici. Anche gli editori avevano interesse a fare cartello contro Amazon. Grazie al dominio esercitato dal Kindle, il rivenditore online obbligava gli editori a vendere buona parte dei libri sottocosto, a 9,99 dollari.

Il caso è sorto perché gli e-book sono sottoposti ad un regime di vendita diverso dai libri cartacei tradizionali: questi ultimi vengono venduti a un prezzo all’ingrosso deciso dagli editori, circa la metà del prezzo di copertina, al quale si aggiunge il margine del venditore. Gli e-book invece sono offerti tramite il “modello agenzia”, suggerito a suo tempo da Steve Jobs: le case editrici stabiliscono direttamente il prezzo finale sul quale il venditore ottiene il 30%. Il metodo sarebbe stato adottato dalla Apple per impedire ad altri retailer come Amazon – che praticava una politica di prezzi molto aggressiva – di dominare il mercato grazie ai forti sconti: il risultato però è stato quello di far diventare gli e-book più costosi, motivo per cui il Dipartimento ha deciso di aprire un’inchiesta.

A dicembre del 2011 la Commissione Europea aveva avviato una procedura formale nei confronti di Apple e dei ciqnue editori, per indagare su presunte pratiche anti-concorrenziali e accordi che avrebbero limitato lo sviluppo del mercato in zona euro.

Secondo stime di Ubs, il segmento degli e-book rappresenta il 30% del mercato dei libri negli Usa e il 20% delle vendite nel Regno Unito, mentre altrove le percentuali di vendita sono ancora risibili.

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