SMART CITY

Infomobilità “motore” urbano

La riprogettazione della mobilità è uno dei pilastri dei progetti di smart city. Ma per ottenere risultati soddisfacenti è indispensabile mettere in campo una strategia votata all’uso “smart” delle nuove tecnologie

Pubblicato il 12 Nov 2012

Fabio Pressi

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Quando si parla di sviluppo delle realtà urbane una delle strade da percorrere è quella delle Smart Cities dove gli interventi di progettazione considerano la città come un insieme complesso governato con l’ausilio di tecnologie ‘intelligenti’ finalizzate a rendere i centri urbani sostenibili sia dal punto di vista energetico ed ambientale sia sociale ed economico.

Rispetto a ciò, uno dei nodi cruciali da affrontare è quello relativo alla realizzazione di un sistema di mobilità “sostenibile”, che consenta di soddisfare la domanda di trasporto di persone e merci riducendone gli effetti negativi, che generano un costo a carico dell’intera collettività. Si pensi a quanto incidano sulla qualità della vita e del territorio e quali diseconomie comportino gli incidenti stradali, i fenomeni di congestionamento del traffico e il relativo inquinamento atmosferico.

Per ridurre l’incidenza di questi fenomeni possono essere messe in atto molteplici forme di intervento, da quelle tradizionali, come il potenziamento del trasporto pubblico locale e l’adozione di strumenti di pianificazione strategica (ad esempio i Piani Urbani della Mobilità), a quelle moderne ed innovative quali le politiche di tariffazione, come il congestion charge, o di incentivo all’adozione di modalità di trasporto alternative.

Quale che sia la forma di intervento privilegiata, sta assumendo una rilevanza sempre maggiore l’infomobilità, supportata dall’utilizzo di tecnologie ‘intelligenti’ quali gli Its (Intelligent Transport System), a supporto delle decisioni strategiche e operative (come nel caso della gestione dei flussi veicolari: instradamenti ai parcheggi urbani, segnalazione traffico sugli assi stradali, navigazione satellitare, ecc).

Recenti ricerche hanno stimato che dall’infomobilità e dall’applicazione dei sistemi Its possono risultare importanti vantaggi, fino a raggiungere in una situazione ottimale l’aumento di quasi il 10% della capacità di trasporto delle reti, la riduzione dei tempi di spostamento del 20%, il miglioramento del 15% della sicurezza e delle condizioni di trasporto dei cittadini, la diminuzione dell’8% delle emissioni inquinanti.

Per raggiungere l’obiettivo di una mobilità sostenibile è necessario intervenire almeno su tre principi di base: la riduzione degli spostamenti, sia in termini numerici che di distanze, la riduzione del costo generalizzato delle modalità di trasporto più sostenibili, e la realizzazione di una rete intermodale di trasporto che consenta una velocizzazione degli spostamenti in ambito locale.

Qualsiasi forma di intervento presuppone un’approfondita conoscenza quali/quantitativa degli spostamenti, dalla quale non è possibile prescindere per promuovere misure realmente efficaci. Fino a pochi anni fa era molto complesso effettuare analisi puntuali, poiché le informazioni erano ottenibili solo istallando un’infrastruttura fisica (varchi di accesso, spire, telecamere) da un lato onerosa in termini economici e dall’altro in grado di fornire informazioni parziali e limitate.

Le informazioni fornite da questa tipologia di fonti, infatti, sono parziali e non permettono di avere risultati attendibili circa le dinamiche dei flussi e i poli di attrazione e generazione del traffico in ambito urbano, ottenibili solo con indagini statistiche massive mirate.

Negli ultimi anni la diffusione di device dotati di Gps, come le blackbox installate per scopi assicurativi a bordo di autoveicoli, i navigatori satellitari o gli smartphone, ha reso possibile l’acquisizione di informazioni molto più dettagliate, potenzialmente in ogni punto della rete stradale, facendo nascere la possibilità di studiare dinamicamente e in tempo reale la geografia dei flussi veicolari.

Questi apparati, infatti, se presenti in numero statisticamente rilevante, producono tutti i dati utili per una conoscenza approfondita degli spostamenti su strada (posizione, direzione, tempo, velocità) che, elaborati da piattaforme specializzate nel massimo rispetto della privacy, possono fornire le informazioni necessarie a un sistema di infomobilità.

Nell’ottica delle Smart Cities, quindi, per la conoscenza della mobilità cittadina non è più necessario possedere un’infrastruttura di rilevazione dei dati su strada, ma dotarsi della capacità tecnica di raccogliere ed elaborare i dati prodotti da un numero significativo di device con Gps. Le aziende che operano nel settore dell’infomobilità stanno cogliendo questa opportunità sia a livello globale sia a livello nazionale, e stanno sviluppando delle piattaforme di infomobilità in grado di fornire servizi innovativi e personalizzabili a diverse tipologie di clienti.

È necessario un cambio di politica da parte degli Enti Locali, che dovrebbero mettersi nella condizione di sfruttare al massimo la competenza e l’esperienza acquisita dalle società che operano nel settore. A livello nazionale Infoblu, società del Gruppo Autostrade leader in Italia nei servizi di infomobilità, ha consolidato nel corso degli anni la sua competenza nell’infomobilità, seguendo gli sviluppi della tecnologia, e oggi è in grado di fornire informazioni su oltre 80.000 km di strade anche in ambito urbano, raccogliendo ed elaborando sulla propria “Piattaforma” (Infoblu Platform & Content Server) i dati generati da oltre 1,2 milioni di device (mediamente oltre 50 milioni di punti Gps ogni giorno). Con queste informazioni viene fornita tempestivamente una rappresentazione fedele e in tempo reale della situazione su strada a supporto di chi deve decidere e operare gli interventi.

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