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Facebook, via libera alla vendita di azioni dei dipendenti

Sono 777 milioni le quote che potranno essere immesse sul mercato a partire da domani. Ma gli analisti temono il crollo delle quotazioni

Pubblicato il 13 Nov 2012

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Scoccherà domani il momento della verità per Facebook: all’apertura di Wall Street, infatti, si vedrà se i mercati continuano a credere nel modello costruito da Mark Zuckerberg o se il più grande social network del web si rivelerà, dal punto di vista azionario, una grande bolla divora-dollari. Da domani mattina, infatti, i dipendenti di Facebook potranno mettere in vendita 777 milioni di azioni, un terzo del totale, che fanno parte dei pacchetti assegnati a suo tempo.

Considerando il fatto che in pochi mesi, dal collocamento di maggio a oggi, il titolo ha praticamente dimezzato il suo valore, il rischio è che i mercati vengano inondati di azioni di Facebook, liquidate prima di ulteriori perdite. Ovviamente, proprio questa valanga di titoli avrebbe come unico effetto quello di provocare il temuto crollo delle quotazioni, ma i dipendenti sono rimasti scottati in questi mesi dal comportamento del management che si e’ affrettato a passare all’incasso, vendendo – legalmente, sia chiaro – parte dei pacchetti in proprio possesso.

“L’andamento del titolo è stato chiaramente deludente”, ha ammesso il fondatore di Facebook, presidente e principale azionista della società, Mark Zuckerberg. Difficile dargli torto: dai 38 dollari del collocamento, sei mesi fa, dopo una fiammata iniziale a quota 45, e’ sceso fino a 17,55 dollari (minimo toccato a settembre) e al momento galleggia fra i 19 e i 20 dollari. Dal punto di vista social, non c’è storia: con oltre un miliardo di utenti registrati, Facebook può vantare di aver catturato un abitante su sette a livello mondiale. Dal punto di vista imprenditoriale, il discorso è differente: gli introiti pubblicitari essenziali per sopravvivere sono molto più bassi del previsto, minacciati dalla crescente penetrazione degli smartphone, sui cui piccoli schermi gli annunci sono difficili da inserire e visualizzare.

Il sospetto dei mercati è che, come altri fenomeni planetari del web, anche Facebook non riesca a trasformare in utili credibili il suo successo fra gli utenti. E non accresce la fiducia il fatto che i vertici dell’azienda continuino a disfarsi dei propri titoli, provocando regolarmente – sebbene si tratti di quantità ridotte – una caduta dei prezzi. E’ stato così’ anche a fine ottobre quando Sheryl Sandberg, direttore operativo di Facebook, ha incassato 7,44 milioni di dollari dalla vendita di circa 353mila azioni (piccola parte dei 20 milioni di titoli in suo possesso), operazione seguita pochi giorni dopo dalla vendita di altri 153 mila titoli. E negli ultimi giorni le vendite sono andate avanti a cadenza quasi giornaliera: Theodore W. Ullyot, uno dei vicepresidenti di Fb, nelle ultime due settimane non appena sbloccata parte dei titoli in suo possesso, ha provveduto a vendere 153 mila azioni di Facebook incassando 3,1 milioni di dollari.

Secondo i calcoli della Cnn, d’altronde, le operazioni dei manager di FB sono pressoché univoche, con un rapporto di 8000 a 1: in parole povere, a fronte di 391,1 milioni di azioni vendute dal management dal collocamento a oggi (per un valore di 14,1 miliardi di dollari) gli acquisti sono stati pari ad appena 47 mila azioni, per un controvalore di 1 milione di dollari. Un trend che ha messo in imbarazzo Zuckerberg che, quando il titolo ha toccato il suo minimo, si e’ impegnato a non vendere per dodici mesi i titoli in suo possesso. Una prova di fiducia che ha un certo valore visto che il fondatore detiene ancora il 20 per cento del totale. D’altronde e’ una manovra interessata, visto che per ogni dollaro di calo delle quotazioni di Facebook, Zuckerberg diventa più “povero” di 500 milioni di dollari. Certo, pur avendo gia’ visto andare in fumo meta’ del suo patrimonio, il fondatore di Facebook rimane sempre in possesso di una fortuna pari a circa 10 miliardi di dollari. Ma questo, nella classifica di Forbes, significa che il 28enne genio del social network è passato dal 14mo al 36 mo posto dei miliardari Usa.

Peraltro per il titolo Facebook i test non finiscono domani: a dicembre verranno sbloccate altre 156 milioni di azioni seguite a maggio 2013 da altri 47 milioni. E una inondazione di sell potrebbe dare ragione all’autorevole settimanale economico “Barron’s” che di recente ha fissato il valore reale delle azioni Facebook a soli 15 dollari. Una brutta notizia per Zuckerberg, un disastro per migliaia di piccoli investitori.

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