ANTITRUST UE

Google, Almunia: “Stiamo ancora dialogando”

La Ue non ha ancora trovato un accordo transattivo con Mountain View, sotto la lente del commissario alla Concorrenza con l’accusa di abuso di posizione dominante

Pubblicato il 05 Dic 2012

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Le autorità antitrust Ue stanno lavorando “intensamente” ma non hanno ancora completato l’indagine su Google, nel mirino per l’accusa di abuso di posizione dominante nel settore delle ricerche online. Lo ha detto oggi il commissario europeo per la Concorrenza Joaquin Almunia in conferenza stampa, precisando che “siamo ancora a livello di conversazioni con Google per tentare di arrivare ad un accordo transattivo, ma per ora non lo abbiamo ancora raggiunto. Prima o poi, non so quando, comunicheremo l’esito della discussione, quando sarà conclusa”. Secondo fonti Ue, l’indagine non sarà chiusa entro la fine dell’anno.

La Commissione Europea e la Federal Trade Commission (Ftc) americana stanno portando avanti due inchieste separate, per verificare se il motore di ricerca abbia abusato della sua posizione dominante nel mercato del search per favorire i servizi autoprodotti a danno dei concorrenti.

La Ftc è sotto pressione per prendere una decisione finale in tempi brevi, entro la fine dell’anno. Lunedì scorso Almunia ha incontrato Jon Leibowitz, presidente della Ftc. “Abbiamo un ottimo rapporto con le autorità antitrust americane – ha detto Almunia – Non abbiamo parlato soltanto di Google”.

La Commissione europea ha aperto un’indagine contro Google il 30 novembre 2010 a seguito delle denunce presentate da altre società, tra le quali il portale Ciao, rilevato nel 2008 da Microsoft. La stessa Microsoft ha depositato nel 2011 un ricorso contro Google, puntando l’indice sull’abuso di posizione dominante del search engine. Anche i siti di viaggi Expedia e TripAdvisor si sono rivolti alla Commissione europea, nell’ambito dell’inchiesta aperta contro il gigante Internet per abuso di propria posizione dominante. A questo punto la Commissione sta cercando di verificare se Google stia favorendo i propri servizi e stia penalizzando quelli dei concorrenti nell’ambito dei risultato che fornisce il motore di ricerca. L’inchiesta si allarga inoltre alle possibili clausole di esclusiva imposte ai partner pubblicitari. Responsabile del procedimento è il commissario europeo alla concorrenza, Joaquin Almunia.

Lo scorso 10 ottobre Google ha proposto alla Commissione Europea di “etichettare” con il proprio brand tutte le informazioni e i servizi prodotti in-house che compaiono nelle ricerche. La proposta del motore di ricerca ha l’obiettivo di rispondere alle preoccupazioni sollevate da Joaquin Almunia, commissario europeo per la Concorrenza, secondo cui Google, con pratiche anti concorrenziali, favorirebbe, nel risultato delle ricerche risultati autoprodotti o provenienti dai partner, a danno dei competitor.

Google controlla il 95% del mercato delle ricerche online, il posizionamento dei risultati è un aspetto fondamentale per il successo delle aziende sul web.

Nei giorni scorsi, Microsoft ha lanciato una campagna di discredito nei confronti di Google. Redmond accusa apertamente Mountain View di falsare i risultati delle ricerche dando la priorità nell’indicizzazione dei risultati agli inserzionisti pubblicitari.

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