COMMERCIO DI DATI

Privacy, Instagram mette in vendita le foto degli utenti

In rete esplode la polemica sulle nuove regole annunciate dal sito di foto sharing: dal 16 gennaio i dati personali degli iscritti confluiranno nel database Facebook che potrà commercializzare le immagini per inserzioni pubblicitarie. Senza remunerare gli autori

Pubblicato il 18 Dic 2012

Luciana Maci

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Instagram, social network dedicato alla pubblicazione e condivisione di immagini, ha aggiornato oggi le sue norme sulla privacy, che entreranno in vigore dal 16 gennaio 2013. In base alle nuove regole le informazioni private di tutti i suoi utenti andranno a confluire in un unico database condiviso con Facebook che l’ha acquisito ad aprile scorso per un miliardo di dollari. Ma soprattutto Facebook avrà il diritto perpetuo a monetizzare i diritti di tutte le foto pubbliche pubblicate su Instagram ad altre società o organizzazioni, anche per scopi pubblicitari: una mossa che potrebbe trasformare il colosso social fondato da Mark Zuckerberg nella più grande agenzia fotografica del mondo.

La nuova normativa ha già suscitato diverse polemiche. Anche perché la mossa potrebbe fare da apripista ai concorrenti come Twitter – che ha da poco introdotto la possibilità di applicare filtri alle foto – e Google che ha di recente lanciato un servizio analogo chiamato Snapseed. In rete è già comparso l’hashtag #facebooksucks accompagnato da foto vuote, con utenti che invitano a spostarsi su altri servizi e chiudere il proprio account.

Le nuove regole sono illustrate in dettaglio dalla stessa Instagram in un paragrafo del testo pubblicato sul blog ufficiale. “Possiamo condividere – è scritto sul blog – i contenuti dell’utente (compresi, ma non limitati, a informazioni dai cookies, files di log, identificazione del dispositivo, dati provenienti dalla geolocalizzazione e dati d’utilizzo) con aziende facenti parte dello stesso gruppo aziendale al quale Instagram è affiliata. Le aziende affiliate possono utilizzare queste informazioni per aiutare a fornire, comprendere e migliorare il loro servizio (compreso l’invio di analisi) e quello dell’azienda affiliata stessa (fornendo all’utente una migliore esperienza d’uso). Le aziende affiliate rispetteranno la scelta dell’utente di rendere pubblici o meno i suoi contenuti”.

In pratica dal 16 gennaio la nuova normativa sulla privacy consentirà a Instagram di condividere più direttamente le informazioni con la casa madre, cioè il social network di Mark Zuckerberg, ma anche di usare le foto degli utenti per pubblicità o promozioni, senza riconoscere una remunerazione agli autori degli scatti e senza dare la possibilità agli utenti di “disabilitare” questa opzione. In sostanza le foto degli utenti potranno apparire in una pubblicità senza che il proprietario sia avvertito. L’unico modo per rifiutare le nuove condizioni di servizio è non usare Instagram, quindi cancellare il proprio account.

Dopo questo annuncio diverse persone hanno dichiarato, attraverso messaggi postati su Facebook o Twitter, di voler abbandonare la piattaforma di image-sharing. Tra l’altro proprio di recente Instagram ha interrotto la condivisione delle foto su Twitter, una mossa che ha indirettamente confermato l’alleanza sempre più stretta tra Instagram e Facebook (a scapito del sito di micro-blogging) ma ha contribuito ad allontanare dal social network di foto una parte degli appassionati dei “cinquettii”.

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