L'ALLARME

Fiom lancia l’allarme: “Ois un altro caso Eutelia”

Il sindacato teme per le sorti della società di informatica messa in liquidazione a fine 2012. Fabrizio Potetti: “Disperso tutto il patrimonio di risorse qualificate e attività strategiche”

Pubblicato il 11 Feb 2013

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Ois rischia di fare la fine di Eutelia. E’ l’allarme lanciato dalla Fiom-Cgil in merito alla messa in liquidazione della società, di proprietà di Olivetti fino al 2010 e poi passata prima in pancia della francese Gfi Informatique e nel 2010 acquisita dal gruppo Solgenia.

“Fin dal primo incontro, a valle dell’acquisizione della società da parte di Solgenia – spiega Fabrizio Potetti, coordinatore nazionale Fiom-Cgil del settore Ict – oltre a non condividere il Piano Industriale presentato, debole e inadatto alla struttura della società rilevata, organizzazioni e rappresentanze sindacali contestarono la decisione aziendale di lavorare “per Cassa” (quindi con pagamenti a lavoratori e fornitori solo dopo gli incassi da parte dei clienti ndr), in un settore come quello informatico e con clienti legati soprattutto alla PA, quindi con pagamenti molto ritardati nel tempo).”

“Questo stato di cose ha comportato, da un lato, il mancato pagamento delle retribuzioni ai lavoratori da ottobre 2012 e di altre varie spettanze (anticipi di cassa integrazione, contributi a fondi pensione, Tfr), e dall’altro, difficoltà enormi nel rapporto con i fornitori.”

Secondo Potetti “è evidente, quindi, la responsabilità tutta aziendale della situazione in atto sia rispetto al contenzioso legale (pignoramenti, decreti ingiuntivi, interruzione delle attività di fornitura), sia rispetto all’immagine e all’affidabilità dell’azienda nel rapporto con i clienti con pesanti ripercussioni rispetto alla capacità di acquisire nuove attività”.

Dal 28 dicembre 2012 Ois Spa è diventata Ois Srl in liquidazione, dopo che il 21 dello stesso mese la società ha presentato domanda di ammissione alla procedura di concordato preventivo, “ultimo capitolo – puntualizza il sindacalista – di una serie di atti che hanno visto continui cambiamenti di assetto societario e di gruppo, attribuzione di costi derivanti da forniture di altre società del Gruppo, trasferimenti e acquisizione di personale da altre società in un momento di crisi gravissima in cui già in Ois ex Solgenia vi erano ammortizzatori sociali utilizzati per un numero significativo di lavoratrici e lavoratori”.

“Pare incredibile che oggi, a soli due anni dall’acquisizione, praticamente tutto il contenuto in termini di risorse e attività ceduto dalla Gfi SpA, sia andato disperso. Se non fosse cosi, non si capirebbero la richiesta di concordato e/o di ristrutturazione del debito.”

“Probabilmente, invece di attribuire responsabilità ad altri, la Società farebbe bene a interrogarsi su quanto fatto – conclude Potetti – Insomma, chi si sta cercando di salvare: l’azienda e i lavoratori, o esclusivamente la proprietà?”

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