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Google, l’Antitrust Ue rimanda a settembre

Il Commissario Joaquin Almunia: l’accordo con l’azienda sulla presunta posizione dominante nel search “potrebbe arrivare dopo la pausa estiva”

Pubblicato il 26 Feb 2013

L.M.

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Potrebbe arrivare a fine agosto la decisione dell’Unione europea su Google, accusata di favorire i propri prodotti nei risultati di ricerca e declassare i contenuti di potenziali concorrenti.

Lo ha detto durante una recente conferenza Joaquin Almunia, commissario europeo per la Concorrenza, specificando: “Possiamo raggiungere un accordo dopo la pausa estiva; possiamo considerare questa come possibile scadenza”. È noto che le ferie estive nell’Unione Europea proseguono per buona parte del mese di agosto.

Sono in corso ormai da più di due anni in Europa le indagini su un’eventuale violazione delle regole antitrust da parte del re dei motori di ricerca.

In questo periodo BigG ha cercato di proporre alcune soluzioni che fossero in grado di soddisfare i regolatori europei e convincerli così a chiudere il caso. A luglio 2012 aveva inviato una lista di proposte e lo stesso presidente Eric Schmidt aveva scritto una lettera ad Almunia, evidenziando i passi che la company intendeva intraprendere per risolvere la questione. Il Commissario Ue aveva poi parlato con Schmidt chiedendo ulteriori chiarimenti. Comunque la Commissione aveva respinto le iniziali proposte, dando tempo a Google fino al 31 gennaio 2013 per formularne altre.

Non è noto quali siano state le proposte di Google all’Unione europea, perché non sono mai state rese pubbliche, ma secondo fonti dell’agenzia Reuters, BigG “si sarebbe offerta di etichettare i propri servizi nei risultati del search in modo da differenziarli da quelli dei competitor, e inoltre avrebbe proposto di imporre meno restrizioni alle agenzie pubblicitarie”.

I dirigenti di Google sono sotto esame non solo in Europa, ma anche negli Stati Uniti e in altri Paesi per la gestione del motore di ricerca, che detiene oltre il 60% del mercato internazionale del search. Secondo i competitor, gli algoritmi usati da Google favoriscono i suoi prodotti, dando loro un vantaggio iniquo nel search e nel web advertising.

Un verdetto di colpevolezza potrebbe significare una multa fino al 10% dei ricavi annuali di Google, che, in base ai risultati annuali 2011, equivarrebbe a circa 4 miliardi di dollari.

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