AGENDA DIGITALE

Profumo lancia la Social Innovation Agenda

Selezionati 40 progetti di giovani innovatori under 30. Sul piatto 25 milioni di euro. Il ministro: “Bisogna dare rilievo alle ricadute sociali degli investimenti in ricerca”

Pubblicato il 21 Mar 2013

Federica Meta

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L’innovazione del sistema Paese deve diventare “social”. È questa la filosofia che anima la Social Innovation Agenda, lanciata oggi dal ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, e che ha raccolto e selezionato progetti emersi “dal basso” in un anno di lavoro del Miur.

“Il Miur in questo anno ha dato particolare rilievo al ruolo “sociale” dell’investimento in ricerca, all’idea cioè che ogni euro di risorse pubbliche investite può e deve avere un “ritorno”, una ricaduta a livello “sociale”, per contribuire alla soluzione di bisogni e problemi presenti nella società e nelle comunità in cui viviamo – spiega Profumo – Con questo obiettivo il Miur ha elaborato i bandi dedicati ai progetti di ricerca nell’ambito delle “Città Intelligenti”, all’interno dei quali hanno trovato posto le specifiche azioni di sostegno alla Social Innovation. L’idea è dare risposta a bisogni sociali attraverso soluzioni innovative e con il coinvolgimento creativo degli stessi utenti, ovvero di coloro che avvertono ed esprimono i bisogni da soddisfare e i problemi da risolvere”.

Con Social Innovation, dunque, il Miur ha superato l’approccio verticistico, o calato “dall’alto”, in favore di una moltitudine di idee e iniziative provenienti “dal basso”, dalla società appunto, e dalle esperienze quotidiane dei più giovani. Entrambi i bandi, infatti, sono stati dedicati ed hanno visto protagonisti giovani innovatori al di sotto dei 30 anni, nella consapevolezza che si debbano sostenere e assecondare le energie e la creatività presenti nel Paese, in particolare tra le nuove generazioni.

Dopo il bando Social Innovation Pon – dedicato alle quattro regioni della Convergenza (Sicilia, Puglia, Campania e Calabria) e la presentazione dei relativi progetti approvati nel giugno 2012 – sono stati selezionati 40 progetti nell’ambito del bando Social Innovation Nazionale, dedicato cioè a tutte le regioni d’Italia, e sempre rivolto ai giovani innovatori con meno di 30 anni. Le idee selezionate hanno l’obiettivo di offrire soluzioni innovative ai problemi legati alla sicurezza del territorio, l’invecchiamento della società, l’architettura sostenibile, il welfare, la domotica, i servizi della pubblica amministrazione, la salute, la scuola, la gestione delle risorse idriche, il patrimonio culturale, l’ambiente e la mobilità. Il costo complessivo dei progetti è di circa 25 milioni di euro, mentre il costo di ciascuna iniziativa non potrà superare il milione di euro. Le iniziative previste coinvolgeranno 121 soggetti, tra università, enti di ricerca e aziende. L’età media dei giovani innovatori promotori dei progetti è di 27 anni.

Complessivamente, considerando anche il precedente bando rivolto alle regioni Sicilia, Calabria, Puglia e Campania, il Ministero, a fronte di uno stanziamento di risorse pubbliche pari a 65 milioni di euro, ha attivato in un anno di lavoro ben 97 progetti di Social Innovation, per un costo di circa 75 milioni di euro. I giovani innovatori coinvolti sono stati 430. L’età media è di 27 anni. Il Miur ha inoltre, di recente, stanziato ulteriori 7 milioni di euro nell’ambito del Bando Start-Up, dedicati espressamente al tema della Social Innovation.

“Le risorse investite con il bando Smart Cities and Communities, e le misure ad hoc destinate ai progetti di Social Innovation, dimostrano l’attenzione riservata dal Governo a questi temi”, evidenzia il ministro. Iniziative che si aggiungono agli interventi normativi in merito alle “imprese innovative a vocazione sociale”, agli strumenti innovativi di finanziamento (crowdfunding), le iniziative di trasparenza e partecipazione (le consultazioni pubbliche sull’Agenda Digitale) e l’accesso ai dati pubblici (OpenCoesione e Open Data Miur).

“Così, a partire dalle esperienze realizzate dagli Usa (dove il presidente Obama ha istituito nel 2009 l’Office of Social Innovation ndr) e delle Istituzioni europee evidenzia il ministro – anche l’Italia ha cominciato a tracciare la sua via alla Social Innovation, in quanto espressione di cittadinanza attiva, creatività e organizzazione della società civile, delle comunità on line e dell’imprenditoria capace di generare soluzioni innovative alle nuove sfide sociali e ambientali”.

Si tratta del secondo colpo d’acceleratore dato al sistema della ricerca italiano, dopo il lancio del programma Horizon 2020 Italia battezzato dallo stesso Profumo qualche giorno fa. L’iniziativa fa dell’Italia il primo paese europeo a dotarsi di una programmazione finanzaria per la ricerca, in linea con quanto stabilito dalla Ue.

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