LA SENTENZA

ReDigi non ce la fa, bocciato l'”usato digitale”

Per un tribunale di Manhattan il sito di rivendita online infrange le norme sul copyright. La sentenza è valida solo nel territorio di New York, ma potrebbe costituire un precedente per il mercato di seconda mano sul web

Pubblicato il 02 Apr 2013

Luciana Maci

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Stop all’usato digitale dai giudici Usa. Secondo un tribunale di Manhattan il sito ReDigi, che consente ai propri utenti di vendere brani musicali in Mp3 precedentemente scaricati da iTunes o simili piattaforme, ha infranto la vigente normativa sul copyright.

A portare in tribunale all’inizio dell’anno scorso la società fondata nel 2010 è stata l’etichetta Capitol Records (sussidiaria di Vivendi Universal) che contestava la riproduzione o distribuzione di materiale coperto da copyright sul sito ReDigi.

L’operatore sul mercato secondario aveva però proseguito l’attività appellandosi alla “first sale doctrine” adottata da tempo negli Usa. Questa stabilisce che il copyright si applica solo ai beni fisici comprati dal primo acquirente, che poi li potrà a sua volta cedere liberamente ad altri senza violare il diritto d’autore. In questo caso, però, la questione era differente perché per rivendere un brano è necessario crearne una copia.

Il giudice ha stabilito che la “first sale doctrine” non copre i contenuti digitali, né le vendite dei vinili o delle cassette musicali. A sua volta ReDigi ha replicato che, in base al sistema in sua dotazione, la copia in possesso del primo proprietario viene cancellata quando è rivenduta. Ha ribadito che la versione aggiornata del suo sito rispetta in pieno la legge e ha annunciato l’intenzione di presentare ricorso contro la sentenza. Per ora il tribunale non ha emanato alcuna richiesta di danni.

Va precisato che la sentenza è applicata per il momento solo nel territorio di New York, ma potrebbe rappresentare un precedente da portare in sede legale nel caso di simili diatribe.

Peraltro sia Amazon sia Apple hanno manifestato di recente il loro interesse per il mercato dell’usato digitale. A fine gennaio scorso al colosso di Seattle è stato assegnato un brevetto per realizzare un “mercato elettronico per oggetti digitali usati” fra i quali ebook, audio, video e applicazioni informatiche. Quanto ad Apple, il mese scorso ha depositato presso l’Ufficio brevetti Usa due tecnologie per consentire agli utenti di rivendere, prestare e scambiare fra loro contenuti digitali acquistati su iTunes e sui suoi store digitali. Nessuno dei due big, però, ha ancora utilizzato questi brevetti.

Di recente la Suprema Corte americana ha ribadito la validità del principio del “first sale” pronunciandosi sul caso di uno studente che comprava libri oltreoceano a prezzi ridotti per poi rivenderli negli Usa.

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