LO STUDIO

Facebook, il tasto Like è una “spia”

Un team di ricercatori dell’Università di Cambridge e di Microsoft ha scoperto che la sola analisi dei “mi piace” permette di ricavare un’enorme mole di informazioni personali a partire da orientamento politico e sessuale. Kosinski (Psychometric Centre): “Elevati rischi per la privacy”

Pubblicato il 16 Apr 2013

Luciana Maci

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Dal tasto “mi piace” di Facebook si può ricavare una mole di dati sulla vita personale dell’utente. Lo hanno scoperto ricercatori del Cambridge’s Psychometrics Centre, in collaborazione con Microsoft Research Cambridge, che hanno analizzato i dati relativi ai loro “like” messi a disposizione volontariamente da oltre 58.000 utenti attraverso myPersonality, un’applicazione di Fb realizzata ad hoc per l’esperimento.

In particolare lo studio ha catalogato i like di Facebook come una “classe generica” di registrazione digitale, simile alle ricerche sul web e alla “history” del browsing (la lista dei siti visitati online).

Dalla ricerca è emerso che, dall’analisi automatizzata dei soli “mi piace”, si possono dedurre con sorprendente accuratezza razza, età, IQ, preferenze sessuali, tipo di personalità, uso di particolari sostanze e opinioni politiche dell’utente. L’algoritmo utilizzato per “scandagliare” i “like” arriva in alcuni casi al 95% di accuratezza.

In particolare il modello statistico adoperato dai ricercatori è risultato accurato all’88% per determinare il sesso maschile, al 95% per distinguere gli afro-americani dai caucasici e all’85% per distinguere repubblicani da democratici.

Il modello statistico ha peraltro utilizzato percorsi non scontati: solo il 5% dei gay, per esempio, aveva segnato con “mi piace” l’idea dei matrimoni fra persone dello stesso sesso, però l’algoritmo ha dedotto l’orientamento sessuale analizzando i film o i programmi televisivi più seguiti, così come le canzoni preferite.

Sottolineando il potenziale di questa scoperta per il marketing “targetizzato”, i ricercatori ne hanno anche evidenziato i rischi per la privacy.

“Crediamo che i nostri risultati basati sui like di Facebook – ha detto – Michal Kosinski, Operations Director del Psychometric Centre, che ha condotto la ricerca con il college di Cambridge David Stillwell e Thore Graepel di Microsoft Research – si possano applicare a una varietà di comportamenti online. E considerata la molteplicità di tracce digitali che le persone si lasciano dietro, sta diventando sempre più difficile per gli individui esercitare un controllo su questo fenomeno. Sono un grande fan di Fb – ha concluso – ma posso immaginare situazioni in cui svelare opinioni politiche o preferenze sessuali di un individuo possa minacciarne la libertà o addirittura causarne la morte”.

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