LA RICERCA

Bocconi: siti web Comuni “bocciati” in comunicazione

Uno studio del Cermes Bocconi dà l’insufficienza a 9 piattaforme su 10: “Sono autoreferenziali e poco interattive”. Tra i promossi Arezzo, Udine e Venezia. Milano decima, Roma 65esima

Pubblicato il 18 Apr 2013

L.M.

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I siti web dei Comuni italiani soffrono la stessa autoreferenzialità della politica: sono cioè costruiti partendo dalle esigenze della burocrazia e degli amministratori e, se valutati dal punto di vista dei cittadini, 9 su 10 non raggiungono la sufficienza. È il risultato di una ricerca del Cermes Bocconi che ha passato in rassegna i siti di 104 comuni con più di 60.000 abitanti. Tra i pochi promossi spiccano Arezzo, Udine e Venezia, che hanno investito anche su fibra ottica e wi-fi.

L’indice utilizzato dal centro ricerca della Bocconi, il Citizen web empowerment index, rileva la presenza, o l’assenza, nei siti Internet dei Comuni, di informazioni e servizi personalizzati e di trasparenza e di interattività dei cittadini. La media delle valutazioni dei 104 presi in esame si attesta a 37,30 (rispetto a un valore massimo di 100) che equivale a un voto inferiore al 4. In testa alla classifica Arezzo, Udine e Venezia ottengono 69,23, Milano si piazza al decimo posto con 53,85 mentre Roma è 65esima con 30,77. Sonora bocciatura con un minimo di 7,69 per Viterbo, in coda con Caltanisetta (11,54) e Fano (17,31).

La valutazione finale, è spiegato in una nota, è la media di quattro indicatori. Il primo riguarda le informazioni contenute nei siti, che risultano abbastanza soddisfacenti, con una valutazione media pari a 64,42 su 100. “Questo indicatore è relativamente alto – spiegano Elena Bellio e Luca Buccoliero del Cermes Bocconi – anche perché alcune informazioni, come la lista degli amministratori o il bilancio del Comune, sono obbligatorie per legge”. Il secondo indicatore, “Strumenti e strategie web”, misura la presenza di blog, forum, collegamenti ai social network, servizi mobili, web tv. Qui la valutazione media scende a 29,29 su 100, con l’eccezione positiva di Torino.

Le amministrazioni presenti in almeno un social network sono il 29,81% (Facebook, Youtube e Twitter i più rappresentati) e solo 10 comuni offrono servizi mobili con una forte prevalenza di servizi per i turisti. Il terzo elemento misura quanto i Comuni si consultino coi cittadini attraverso il sito web, con strumenti quali i sondaggi, la possibilità di postare lamentele e un filo diretto con il sindaco, anche attraverso suoi social network. Il punteggio medio è 22,12 su 100 con Rimini che raggiunge il valore massimo. La vera criticità risulta l’ultimo indicatore, “Processo decisionale”, che valuta quanto i suggerimenti e i reclami dei cittadini siano presi in considerazione. Qui il voto media precipita a 7,21 su 100 e le eccezioni più rilevanti sono Venezia e Udine.

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