DATA CENTER

Brennercom, risparmi per 250mila euro con le tecnologie “verdi”

Il service provider di Bolzano adotta un mix di soluzioni per il raffreddamento dei data center che consente di ridurre i costi energetici annuali. L’ad Manfredi: “È la strada per un IT più sostenibile”

Pubblicato il 29 Mag 2013

L.M.

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Verde non solo nel marchio: Brennercom, il service provider con sede a Bolzano, fornitore di servizi di comunicazione e di cloud computing, segna un nuovo passo in avanti nelle tecnologie energetico-ambientali applicate nei data center che già quest’anno le permettono un considerevole risparmio dei costi di gestione, insieme con migliori condizioni ambientali e di lavoro.

L’azienda, che dispone di due data center a Bolzano e a Trento, oggetto di una significativa espansione per accompagnare l’ingresso nel campo dei servizi di cloud computing, ha adottato un mix di tecnologie per il raffreddamento delle sale tecniche con diverse soluzioni, talune delle quali direttamente sviluppate e coperte attualmente da brevetto.

Le tecnologie adottate puntano a migliorare il funzionamento dei sistemi di raffreddamento – i “chiller” – e nello stesso tempo a ridurre la quantità di aria fredda immessa nelle computer room, intervenendo direttamente sui rack che contengono gli apparati, ovvero server e unità disco. Nel loro insieme, le tecnologie – che sono state sviluppate tenendo conto dei severi vincoli locali in materia di impatto ambientale – consentono a Brennercom di dimezzare l’energia necessaria per il condizionamento, che a sua volta incide per quasi la metà della bolletta energetica. Il risultato è un risparmio complessivo a regime stimabile in 250 mila euro l’anno su un costo complessivo dell’ordine del milione di euro.

“I costi energetici sono una delle maggiori voci di costo dei data center e, nel loro ambito, il condizionamento/raffrescamento è una componente rilevante: il consumo per raffreddare le apparecchiature è quasi pari a quello richiesto per farle funzionare” sottolinea l’amministratore delegato Karl Manfredi.

La strada aperta da Brennercom mostra come l’innovazione possa portare concreti e immediati benefici per un’IT più sostenibile. In occasione del potenziamento dei data center, per ridurre i consumi energetici degli impianti di raffreddamento, Brennercom ha introdotto un sistema di raffreddamento “free”, ovvero passivo degli scambiatori di calore, i “chiller”. Fino a temperature esterne di 15 gradi, infatti, il calore prodotto viene asportato unicamente tramite aria dell’ambiente esterno, preventivamente filtrata, che raffredda dei radiatori nei quali circola una miscela acqua-glicole. Nel polo principale di Bolzano, tre “chiller”, asserviti da nove ventole, operano di concerto e in modo “smart”. In queste condizioni non è necessario l’uso dei compressori di raffreddamento, che entrano invece in funzione, in modo graduale, sfruttando anche la tecnologia inverter, quando viene superata la soglia indicata. La temperatura degli ambienti è mantenuta costante a 23 gradi con una tolleranza di due gradi.

I risparmi energetici e quindi della spesa elettrica nelle condizioni di raffreddamento “naturale” sono dell’80 per cento rispetto ai sistemi convenzionali, ovvero quando la temperatura esterna non richiede l’uso dei compressori. Nella media annuale (quindi con e senza compressori), il risparmio è di circa 333.000 Kw/h, pari al 25-30% complessivo.

Il secondo “step” del risparmio energetico avviene nelle sale computer. Fortemente innovativo è il sistema di raffreddamento direttamente “in rack” che rappresenta un’alternativa ai più tradizionali sistemi di tipo “passante” basati sul concetto di alternanza di aree “calde” e “fredde”. Nei sistemi tradizionali, l’aria fresca viene immessa da griglie nel pavimento della sala, per attraversare quindi i rack uscendo a temperatura più alta nel corridoio “caldo” ove viene o aspirata o direttamente raffreddata. La soluzione brevettata da Brennercom prevede l’impiego di aria filtrata che, attraverso griglie poste negli armadi che contengono i server, permette di raffreddare dall’interno questi ultimi, passando per un’intercapedine frontale che evita la dispersione. Il risparmio stimato anche in questo caso è dell’ordine del 30%, che si aggiunge a quello ottenuto con il sistema “free cooling”.

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