IL PREMIO

“Mini-vrem”, 200mila € al game italiano “salva-vita”

Premiato in Olanda il team italiano che ha creato un gioco che insegna a prestare soccorso in caso di arresto cardiaco

Pubblicato il 01 Lug 2013

Luciana Maci

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L’eccellenza italiana premiata in Olanda con un finanziamento da 200mila euro per sviluppare un gioco virtuale chiamato “Mini-Vrem” in grado di salvare persone colpite da arresto cardiaco.

Un team interdisciplinare e tutto italiano composto da due anestesisti rianimatori e da due ingegneri esperti di realtà virtuale dell’Istituto di Tecnologie della Comunicazione, dell’Informazione e della Percezione (Tecip) della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, a cui si aggiunge una squadra specializzata nella creazione di videogiochi, ha ottenuto il più alto riconoscimento nell’ambito della competizione europea “Future of health award”, promossa da “Games for health Europe” con il supporto di “CZ Health insurance”.

Mini-Vrem, acronimo di Mini-Virtual Reality Enhanced Mannequin, insegna sostanzialmente come prestare soccorso a una persona colpita da infarto e “potrà essere utilizzato – spiega una nota della Scuola Superiore Sant’Anna – tanto dal personale sanitario quanto da un pubblico più ampio che avrà la possibilità di esercitarsi in maniera innovativa e accattivante”.

Ideato dall’anestesista rianimatore Federico Semeraro, Mini-Vrem è stato sviluppato da un gruppo di ricercatori dell’Italian resuscitation council della Scuola Sant’Anna e dallo Studio Evil, specializzato nello sviluppo di video giochi. L’obiettivo principale è la diffusione della cultura della rianimazione cardiopolmonare per aumentare il più possibile, sottolinea Semeraro, “il numero di persone che potrebbero aiutare soggetti colpiti da arresto cardiaco improvviso”.

Antonio Frisoli, docente all’Istituto Tecip della Scuola Superiore Sant’Anna, illustrando il funzionamento di Mini-Vrem rileva che il progetto “prevede lo sviluppo di una piattaforma di autoapprendimento con software dedicato alla rianimazione cardiopolmonare di qualità, servendosi di un sensore che analizza il movimento rianimatorio”.

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