AGENDA DIGITALE

Catricalà: “Un voucher per le Pmi digitali”

Il viceministro per lo Sviluppo economico lavora a un emendamento al decreto del Fare: “Pensiamo a un bonus fino a 10mila euro per favorire l’ammodernamento tecnologico”

Pubblicato il 05 Lug 2013

E.L.

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Rilanciare l’economia digitale con i fondi Ue. Il viceministro allo Sviluppo economico, Antonio Catricalà– scrive il Sole 24 Ore – sta lavorando a un emendamento al “decreto del fare” per introdurre un voucher per la digitalizzazione delle Pmi e nel frattempo prova a tirare le fila del piano strategico per la banda ultralarga. “L’emendamento al Dl – spiega Catricalà – prevede finanziamenti a fondo perduto, tramite voucher di importo massimo di 10mila euro, per favorire la digitalizzazione dei processi aziendali e l’ammodernamento tecnologico”. Si punta a incentivare le Pmi per l’acquisto di software, hardware o servizi che consentano lo sviluppo di soluzioni di e-commerce, la connettività a banda larga, lo sviluppo di iniziative di innovazione sociale anche nel mondo no profit. Secondo la proposta, i voucher potranno anche finanziare la formazione qualificata nel campo dell’Ict.

La dote sulla quale si ragione sarebbe di circa 200 milioni a valere su fondi europei che l’Italia rischierebbe di perdere se non saranno spesi in tempi stretti. Ma l’intervento potrebbe assumere ben altre proporzioni una volta valutato il possibile impatto sulle tlc della flessibilità sui vincoli di bilancio concessa dall’Unione europea. Ma l’incentivo alla domanda potrebbe servire a poco se non si spinge anche sulla banda ultralarga. “Stiamo accelerando la predisposizione dei bandi di gara per avviare i cantieri – dice Catricalà – Dopo la Campania, con la quale abbiamo firmato la convenzione a metà giugno, la prossima settimana toccherà a Sicilia e Molise”. Il piano conta su circa 383 milioni di euro di fondi Ue, a rischio disimpegno, destinati al Centro-Sud: 122 milioni in Campania, 127 milioni in Calabria, 55 milioni in Basilicata, 75 milioni in Sicilia, 4 milioni in Molise. Con Puglia e Abruzzo si sta ancora lavorando.

Ai fondi pubblici va aggiunto il cofinanziamento nell’ordine del 30% minimo fornito dagli operatori privati e il modello organizzativo prevede tempi serrati: dopo la firma dell’accordo, 30 giorni per definire la convenzione operativa e altri 10 per la pubblicazione del bando di gara. “Non possiamo permetterci rallentamenti – dice Catricalà – spero di riuscire a chiudere i cantieri entro due anni”.

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