PUNTI DI VISTA

Lesina: “Libero scambio Usa-Ue leva di crescita”

Le relazioni commerciali tra Unione Europea e Stati Uniti producono ogni giorno un capitale del valore di 2 miliardi di euro, dando lavoro a circa 15 milioni di persone nei due continenti. Per questo vanno incentivate, soprattutto sul versante dell’economia digitale

Pubblicato il 06 Lug 2013

Karim Lesina, AT&T vice president, International External Affairs Eu, Caribbean, Central and Latin

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Le relazioni commerciali tra Unione Europea e Stati Uniti producono ogni giorno un capitale del valore di 2 miliardi di euro, dando lavoro a circa 15 milioni di persone nei due continenti. Si tratta di un flusso imponente che nasconde tuttavia un potenziale ancora maggiore. Dobbiamo perciò provare a perseguirlo, dando vita ad ulteriori scambi, impiegando più persone, e soprattutto incentivando maggiori investimenti.
Questa è infatti una possibile via per tornare a crescere da subito, perché non solo favorirebbe il benessere dei due paesi ma a sua volta garantirebbe maggiore stabilità economica e finanziaria a livello globale. Ad esempio, la formulazione di accordi volti a rendere il regime regolatorio delle relazioni commerciali transatlantiche più snello, e la riduzione delle barriere tariffarie, contribuirebbero a produrre un risparmio di ingenti somme di denaro che potrebbero essere reinvestite in innovazione e servizi d’avanguardia.
Il rapporto presentato lo scorso 13 Marzo dalla Commissione Europea (“Impact Assessment Report on the future of Eu-Us trade relations”) dimostra lo straordinario valore che un potenziale accordo di libero scambio Ue-Us potrebbe generare.

In esso si auspica la possibilità di formulare un regime regolamentare transatlantico snello e flessibile, che a sua volta sarebbe fondamentale per lo sviluppo dell’economia digitale. Nel caso di quest’ultima, la crescita dipende dalla continua capacità di innovare, cioè di mettere sul mercato prodotti originali che contribuiscono a facilitare i processi economici e partecipati, migliorando la qualità della vita.
Ma senza investimenti i processi di innovazione sarebbero lenti e difficili. In mancanza di politiche congiunte volte a favorire ed a proteggere gli investimenti, la capacità di innovazione si riduce drammaticamente.
La possibilità di sviluppare correttamente il potenziale dell’economia digitale dipende quindi dalla capacità delle autorità regolatorie di costituire uno schema di politiche che rendano gli investimenti transatlantici più facili.

Gli accordi di libero commercio tra l’Ue e gli Stati Uniti potrebbero non solo aumentare sensibilmente il valore del mercato transatlantico, ma anche servire come modelli per il commercio internazionale in altre regioni. Il mercato globale deve essere sostenuto attraverso una serie di iniziative come per esempio il generale rilassamento delle barriere fiscali che potrebbero liberare miliardi di euro di investimenti, contribuendo quindi ad una maggiore crescita e soprattutto alla creazione di posti di lavoro.

L’innovazione non dipende solo dalle forze del mondo produttivo, ma anche dalla capacità di creare politiche industriali e di sviluppo di lungo termine. Da un lato, imprenditori, manager, creativi e innovatori si impegnano a trovare nuove traiettorie di sviluppo, stimolando il dibattito su aree critiche quali quelle della protezione dei dati e della sicurezza, creando un terreno favorevole alla creazione di regimi regolatori sani. Dall’altro, i governi devono impegnarsi a non ostacolare la crescita dei servizi, astenendosi quindi dal produrre politiche pubbliche restrittive e soffocanti, ma al contrario fare in modo che imprese e imprenditori possano esprimere il loro potenziale.
I consumatori che sono la prima straordinaria risorsa nell’innovazione dei prodotti e dei servizi, si aspettano una tecnologia aperta e svincolata da limiti nazionali. Spetta ai governi sostenere tali aspettative.

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