Sepa: adozione al ralenti. L’IT questione rilevante

Ancora al palo la creazione dell’area unica europea dei pagamenti elettronici. L’Ad di SIA-SSB Vanetti: “Importante lo sviluppo di nuovi strumenti e servizi a valore aggiunto per uno scenario più aperto alla competizione e all’innovazione”

Pubblicato il 26 Ott 2009

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Sebbene siano stati fatti importanti progressi per la realizzazione
della Sepa (l'area unica dei pagamenti), soprattutto a livello
istituzionale e normativo, il processo di implementazione in
termini operativi dei nuovi standard per i servizi di pagamento da
parte di banche, aziende, pubbliche amministrazioni e consumatori
procede a rilento.
E' quanto emerso in occasione della presentazione ufficiale in
Italia del “World Payments Report 2009” di Capgemini, avvenuta
nel corso della quarta edizione “Do You Sepa? – Landing on the
PSD planet”, l’International Payments Summit organizzato dal
Gruppo SIA-SSB.

"La comunità finanziaria europea non nutre riserve
sull’attuazione della PSD (Payment Services Directive) e la Sepa
–sottolinea Renzo Vanetti, Amministratore Delegato di SIA-SSB –
l’area unica dei pagamenti si realizzerà, è un traguardo finale
che certamente raggiungeremo, ma il punto è come e quando.
Affinché l’intero processo di migrazione possa completarsi è
assolutamente necessario stabilire una scadenza precisa, valida in
ogni paese coinvolto: una end-date unica, o anche diverse end-date
per ogni tipologia di strumento di pagamento”.

“Una vera rivoluzione sarà proprio l’ingresso sul mercato
delle Payment Institutions – prosegue Vanetti – nuovi soggetti in
grado di processare transazioni di pagamento, ma altrettanto
importante sarà lo sviluppo di nuovi strumenti e servizi a valore
aggiunto che definiranno uno scenario sempre più aperto alla
competizione e all’innovazione”.

La conferma della necessità di stabilire una end-date deriva dallo
scarso utilizzo, ad esempio, dei bonifici Sepa: ad agosto 2009, un
anno e mezzo dopo il lancio degli SCT (SEPA Credit Transfer), solo
il 4,5% usavano il nuovo standard. Alcuni Paesi sono stati più
ricettivi di altri nell’adozione dei nuovi standard per i
bonifici: secondo la Banca Centrale Europea, la Slovenia e il
Lussemburgo sono tra i paesi dell’Eurozona in cui la migrazione
risulta più estesa. In particolare il Lussemburgo ha registrato
nella seconda metà del 2008 una percentuale di SCT pari all’85%
del totale dei bonifici.

Un passaggio attuato anche da alcuni paesi non-Euro come la
Danimarca e la Lituania, in cui i Sepa Credit Transfer nel secondo
semestre del 2008 hanno raggiunto rispettivamente il 56,3% ed il
41,9% del totale dei bonifici. La percentuale di SCT effettuati
negli altri Paesi dell’area Euro risulta però molto bassa: ne
sono un esempio il Belgio (2,7%), la Spagna (1,5%), la Francia e la
Germania (meno dell’1%). Per quanto riguarda i pagamenti di
addebito diretto (SDD – Sepa Direct Debit), l’avvio dei nuovi
standard è previsto per il 2 novembre prossimo.

Già da qualche mese SIA-SSB ha reso disponibile un nuovo servizio
denominato “SmartSDD” destinato alle banche europee per la
gestione degli incassi secondo gli standard Sepa. BNP Paribas è
tra i principali istituti di credito europei ad aver adottato la
soluzione SmartSDD. Inoltre SIA-SSB svolge il ruolo di partner
tecnologico di EBA Clearing per la gestione della piattaforma
STEP2, la prima ed unica clearing house paneuropea (PE-ACH) per i
pagamenti al dettaglio in euro, che a partire dal 2 novembre
consentirà ad oltre 2.000 banche dirette e indirette, tra cui i
primari gruppi bancari italiani, di scambiarsi anche addebiti
diretti Core e B2B.

Il mondo delle aziende finora non si è ancora mosso in modo
concreto per l’implementazione della Sepa a causa della ridotta
quantità di informazioni utili a comprenderne i reali benefici e a
motivarne quindi gli investimenti necessari, per esempio in IT.

In generale, le aziende ritengono che gli sforzi di implementazione
potrebbero essere portati a termine in circa due anni, ma la parte
IT è una questione rilevante. Anche il settore pubblico, che per
la sua naturale capacità di generare volumi potrebbe svolgere un
ruolo trainante nella migrazione verso gli strumenti di pagamento
Sepa, sta adottando i nuovi standard con lentezza: in Belgio,
Germania, Francia, Spagna e Slovenia, meno dell’1% dei bonifici
della PA risultavano essere SCT.

“Nonostante Pubblica Amministrazione, Imprese e Consumatori
abbiano ampiamente riconosciuto i benefici di Sepa, l’Unione
Europea ed i governi nazionali sembrano distratti e non investono
sufficienti risorse per sostenere la creazione dell’Area Unica
dei Pagamenti in euro” sostiene Sergio Magnante, Financial
Services Leader di Capgemini Italia. “Non si può continuare a
ritenere che in regime di autoregolamentazione, gli investimenti
siano quasi esclusivamente a carico del sistema bancario, quando a
beneficiare dell’armonizzazione del sistema dei pagamenti saranno
prevalentemente Imprese e Pubblica Amministrazione. I governi
nazionali, in coerenza con i principi ispiratori di Lisbona, devono
adoperarsi con determinazione per sostenere la migrazione alla Sepa
e devono contribuire con misure concrete agli investimenti
complessivi, a favore dell’auspicato e condiviso beneficio del
sistema economico”, conclude Magnante.

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