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Facebook, operazione trasparenza: ecco cosa chiedono i governi

Pubblicato il primo rapporto sulle richieste di informazioni presentate da enti governativi: nei primi sei mesi del 2013 ne sono state inoltrate più di 25mila. In pole gli Usa con 11-12 mila domande. Dall’Italia oltre 1.700, accolte nel 53% dei casi

Pubblicato il 28 Ago 2013

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Operazione trasparenza per Facebook. Il social network ha pubblicato il suo primo rapporto sulle richieste di accesso ai dati degli utenti da parte degli enti governativi. Una mossa che arriva nel momento più delicato della relazione di fiducia fra le piattaforme Internet e gli utenti dopolo scandalo Datagate.

Nei primi sei mesi del 2013, sono state oltre 25mila le domande inviate al social network. Al primo posto della classifica stilata dal social network gli Stati Uniti con 11mila – 12mila richieste (quasi la metà del totale) su 20mila – 21mila utenti inoltrate nei primi sei mesi del 2013. Facebook ha risposto al 79% dei quesiti. Segue l’India con 3.245 richieste, accolte solo nel 50% dei casi per i quali, “secondo la legge”, Facebook è stato tenuto a divulgare informazioni. L’Italia ha richiesto 1705 info su 2.306 iscritti, accolte nel 53% dei casi.

“In molti casi, le richieste hanno come oggetto informazioni relative al servizio, come ad esempio il nome dell’utente e la durata del suo rapporto con Facebook – si legge in una serie di Faq pubblicate sul blog ufficiale del sito statunitense – Altre richieste possono riguardare dati come gli indirizzi IP o i contenuti dell’account. Abbiamo implementato delle linee guida molto precise per gestire tutte le richieste di dati provenienti dagli enti governativi”.

In futuro Facebook promette più precisione. “Nei prossimi report, speriamo di essere in grado di fornire ancora più informazioni a proposito delle richieste che riceviamo da parte delle autorità giudiziarie – ha dichiarato il general counsel di Menlo Park Colin Stretch – Ci auguriamo che questa relazione sia utile ai nostri utenti nel dibattito in corso circa gli standard adeguati per gestire le richieste del governo sulle informazioni degli utenti nel corso di indagini ufficiali”.

Ma il tema della privacy continua a rappresentare un nervo scoperto per Facebook. Negli Usa il social network dovrà pagare 20 milioni di dollari per aver per aver condiviso informazioni personali di 600mila utenti negli annunci senza il loro consenso. Secondo la Bbc i dati degli utenti erano stati utilizzati per proporre prodotti e servizi attraverso il programma Sponsored Stories senza pagare loro o dargli la possibilità di scegliere.
La Corte Usa che ha condannato il social network al risarcimento stima che Facebook aveva guadagnato circa 73 milioni di dollari dal programma. Facebook dovrà cambiare anche il suo “Statement of Rights” per offrire agli utenti maggiori informazioni e controllo su come i dati vengono utilizzati in futuro. L’azienda si è detta lieta di aver raggiunto l’accordo.

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