L'ALLARME

Iwa Italy a Zanonato: “E-payment impossibile per i professionisti del web”

L’associazione scrive al ministro per lo Sviluppo economico: “Spesso i professionisti non hanno una sede operativa dove installare un Pos”. Il presidente Roberto Scano: “Studiare modi per esentarci dall’accettazione delle carte di debito e definire gli ambiti di applicazione delle norme”

Pubblicato il 11 Set 2013

F.Me.

roberto-scano-italy-130528114108

Pagamenti elettronici inapplicabili per i professionisti del Web. L’allarme lo lancia Roberto Scano, presidente di Iwa Italy, che in una lettera inviata al ministro per lo Sviluppo economico, Flavio Zanonato, spiega il perché. “Dal 1° gennaio 2014 sarà obbligatorio (ai sensi del Decreto Legge n. 179/2012 ndr) per i soggetti che effettuano l’attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, i pagamenti tramite carte di debito, ossia tramite bancomat – spiega Scano – Tale norma, se pure utile per i settori del commercio tradizionale, è totalmente inapplicabile per le professionalità Web in cui spesso non vi è nemmeno una sede operativa e quindi l’impossibilità di installazione di Pos e/o di accettare pagamenti tramite bancomat”.

Secondo Scano “sarebbe sufficiente esentare all’accettazione delle carte di debito – con i DM previsti dal comma 5 dell’art. 15 del decreto legge n. 179/2012 – le professionalità senza sedi operative fisiche e/o aperte al pubblico. In un settore come quello rappresentato dalla nostra associazione, pertanto, è necessario valutare seriamente la non applicazione di tale norma, in quanto – come già dimostrato – tecnicamente inapplicabile”.

“Mi permetto altresì di consigliare al ministro – dice il presidente Iwa – per tutte le altre attività non rientranti nel settore di competenza della nostra associazione, di definire dei precisi ambiti di applicazione e degli importi minimi, ricordando la non ben piccola problematica relativa alla limitazione della circolazione della moneta cartacea. Pensi ad esempio al settore dell’e-commerce, sul quale già in alcune realtà si favoleggia pure di tassazioni aggiuntive ponendo quindi un freno ulteriore allo sviluppo digitale del paese”.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati