LA LETTERA

Alcatel-Lucent, dalla politica appello bipartisan: “Valutare lo spin-off”

Un gruppo di parlamentari scrive al management della società: “La cessione del ramo d’azienda faciliterà gli investimenti e il mantenimento dei livelli occupazionali”. Al governo: “Tutelare le eccellenze nel Paese”

Pubblicato il 23 Gen 2014

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“Seguiamo da tempo la vicenda della sede Alcatel di Vimercate e siamo profondamente preoccupati dall’applicazione dello ‘Shift Plan’ previsto dall’azienda, piano di ridimensionamento che prevede anche l’esternalizzazione di una parte importante della ricerca e sviluppo di Vimercate, dichiarata ‘non strategica’“.

Così inizia la lettera che un gruppo bipartisan di parlamentari ha indirizzato ai vertici italiani e internazionali di Alcatel Lucent, al ministro per lo Sviluppo, Flavio Zanonato, al sottosegretario Claudio De Vincenti, al commissario del Governo per l’Agenda digitale, Francesco Caio e all’assessore alle attività produttive della Regione Lombardia, Mario Melazzini.

All’inizio di ottobre l’azienda aveva annunciato una massiccia ristrutturazione, che prevedeva la riduzione di un terzo dei propri occupati in Italia, con 586 esuberi. 4.100 il numero complessivo dei licenziamenti in Europa, Medio Oriente e Africa entro la fine del 2015, 10 mila nel mondo.

Primo firmatario della lettera è Antonio Palmieri (Fi), e insieme a lui hanno sottoscritto l’appello Raffaello Vignali (Ncd), Stefano Quintarelli (Per l’Italia), Paolo Coppola (Pd), Ilaria Capua (Scelta civica per l’Italia), Mariastella Gelmini (Fi), Paolo Gentiloni (Pd), Pippo Civati (Pd), Luca Squeri (Fi), Paolo Alli (Ncd), Maurizio Bernardo (Ncd), Irene Tinagli (Scelta civica per l’Italia), Elena Centemero (Fi), Roberto Rampi (Pd), Alessia Maria Mosca (Pd), Matteo Mauri (Pd), Gian Mario Fragomeli (Pd), Paolo Cova (Pd), Jole Santelli (Fi) e Gianfranco Librandi (Scelta civica per L’Italia).
“Il sito di Vimercate fin dai tempi di Telettra rappresenta un centro di ricerca e sviluppo in grado di gestire tutte le fasi dello sviluppo di un portafoglio completo di apparati ad alta innovazione – scrivono i parlamentari – dall’ideazione alla commercializzazione. Crediamo che Governo, Parlamento e Istituzioni locali debbano lavorare per difendere la tradizione e la storia di questo centro di ricerca e garantire anche a medio-lungo periodo il mantenimento delle eccellenze tecniche e delle capacità innovative nel nostro Paese in un settore strategico come quello delle Telecomunicazioni”.
“Invitiamo quindi l’azienda, impegnata in una trattativa al tavolo di crisi aperto al Ministero dello Sviluppo – continuano – a ricercare un accordo che faciliti il mantenimento in Italia di tutta la filiera di attività, anziché la semplice gestione del ‘fine vita’ dei prodotti e permetta di garantire il mantenimento delle competenze e della professionalità di alto livello oggi presenti in Italia. Si può fare, senza penalizzare le legittime esigenze aziendali”.

“In queste settimane – proseguono entrando nel merito della loro proposta – si è parlato della possibilità di uno spin off di un ramo d’azienda da parte di imprese interessate alla tecnologia Alcatel. Questa soluzione è praticabile individuando una impresa realmente interessata a valorizzare il portafoglio prodotti attuale e disposta a investire in innovazione tecnologica e nello sviluppo di nuovi prodotti, garantendo quindi la valorizzazione e lo sviluppo delle competenze attualmente presenti”.
“Confidiamo – concludono – che l’azienda voglia seguire questa impostazione, che garantisce il mantenimento degli attuali livelli occupazionali, favorisce uno sbocco futuro per i giovani talenti italiani e mantiene tecnologicamente aggiornato tutto l’indotto del settore”.

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