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Content manager, ecco chi sono i futuri pubblicitari

Lorenzo Monfregola (PricePanda Group): “Servono creatività, capacità di scrittura e comprnesione del searching”

Pubblicato il 20 Apr 2014

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Italiano, vive e lavora a Berlino da anni, Lorenzo Monfregola è content marketing manager per PricePanda Group, un network commerciale con focus sul Sud Est Asiatico e il Sud America, per il quale elabora strategie di Seo e marketing.
Che cos’è il content marketing?
Una tecnica basata sulla creazione e diffusione di contenuti informativi e product-related, con lo scopo di attrarre potenziali clienti. Sostituisce la vecchia pubblicità con una serie di contenuti informativi intorno al prodotto, principalmente testi, in cui l’acquisto diventa un’opzione attiva da parte di chi è interessato. La diffusione si basa sull’ottimizzazione per i motori di ricerca, l’uso di social media, newsletter, campagne e-mail e altro.
Come sei arrivato a questo mestiere?
Scrivendo online, prima per alcuni siti, poi, una volta arrivato a Berlino, come Web content writer in italiano, creando contenuti per la Seo. Sono passato poi alla strategia e al management vero e proprio, per progetti di content marketing in diverse lingue, comprese quelle asiatiche.
Competenze?
Primo, saper scrivere e usare terminologia specifica. Saper, inoltre, lavorare in maniera creativa, soprattutto per i progetti multilingue, e capire come funziona l’indicizzazione dei testi da parte dei motori di ricerca. Infine, conoscere le relazioni che il content marketing gioca online rispetto alla struttura dei siti, al codice, al design o alla user experience.
Esistono percorsi ufficiali per questo lavoro?
Oggi alcuni workshop o corsi di laurea di marketing offrono elementi importanti di teoria e una visione complessiva dei processi. L’unico vero percorso, tuttavia, è quello operativo sul campo, fatto sporcandosi le mani, imparando giorno per giorno.
È un lavoro individuale o di team?
Entrambe le cose. I freelance sviluppano un maggior focus sulla consulenza esterna. Nelle agenzie, invece, hanno maggiori opportunità legate al management. Per chi crea direttamente i contenuti online conta moltissimo essere madrelingua: inglesi e spagnoli riescono a lavorare a livello globale, anche come freelance. Più in difficoltà, invece, sono gli italiani, come si può intuire. Tuttavia, credo che la parte centrale del content marketing sia l’elaborazione strategica che si produce in team, anche se, in futuro, non è escluso che diventi una specializzazione anche individuale.
Questo lavoro ha mercato in Europa e in Italia?
L’Italia è decisamente indietro nel riconoscimento delle professioni digitali. Il content marketing, a ogni modo, è una delle tecniche che stanno sostituendo un po’ ovunque la vecchia creatività pubblicitaria. Finché esisteranno siti, magazine, giornali che hanno bisogno di traffico e conversioni targetizzate, il content marketing, o come si chiamerà fra cinque anni, avrà un ottimo mercato.
Buona remunerazione?
Negli Usa, in UK e Germania sì, soprattutto se il professionista è capace di dimostrare che le proprie strategie e le attività portano un ritorno d’investimento chiaro e quantificabile.

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