LA VERTENZA

Alcatel, sui 285 esuberi fumata nera tra azienda e sindacati

Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm non trovano l’accordo con l’azienda e indicono una giornata di mobilitazione per il 7 maggio. I sindacati: “Necessario un ulteriore confronto”. Intanto dal 3 maggio potrebbe partire per i lavoratori coinvolti in otto stabilimenti in tutta Italia la cassa integrazione a zero ore.

Pubblicato il 29 Apr 2014

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Niente di fatto al tavolo che ha riunito, al ministero del Lavoro, i vertici italiani di Alcatel-Lucent e i sindacati. Dopo il confronto al Mise, e dopo la cessione dell’Optics a Siae Microelettronica, che di fatto ha fatto scendere gli esuberi dagli iniziale 586 agli attuali 285, il confronto era aperto per trovare una soluzione alla vertenza che riguarda questi ultimi in conseguenza dello “shift plan” annunciato dall’azienda a ottobre e che riguarda 10mila lavoratori in tutto il mondo.

La trattativa però non ha avuto un esito positivo, con i sindacati che erano partiti puntando sui contratti di solidarietà, e che in un secondo momento avrebbero dimostrato disponibilità anche a combinarla con la cassa a rotazione. Non essendosi trovato un punto di incontro, dal 3 maggio partirà la cassa integrazione a zero ore contro cui i sindacati si sono battuti fino all’ultimo, indicendo per il 7 maggio una mobilitazione che riguarderà tutti gli stabilimenti coinvolti: Vimercate, Roma, Rieti, Battipaglia, Capurso, Padova, Lecce e Lamezia Terme.

“E’ necessario un ulteriore confronto – affermano Giuseppe Ricci (Fim Cisl), Fabrizio Potetti (Fiom Cgil) e Luca Colonna (Uilm) – perché dobbiamo ricevere, come previsto dalla normativa in vigore, dati certi e verificabili sui settori e sulle figure professionali investite dalla Cigs, non forniti dall’azienda durante la trattativa”.

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