“I droni potrebbero aprire nuove prospettive per il mercato delle consegne”. Parola di Google, che seguendo la scia di Amazon e in seno al progetto Google X, il laboratorio del colosso di Mountain View su cui vige il massimo riserbo e dove vengono sperimentate le tecnologie più affascinanti e a lungo termine – al suo interno ad esempio sono state ideate le auto senza conducente, i Google glass, le mongolfiere per internet e le lenti a contatto per il monitoraggio biometrico – sta testando un sistema di droni a guida autonoma in grado di recapitare piccoli oggetti, volando a bassa quota. Il progetto, denominato Project wing, è in fase di elaborazione da un paio d’anni, ma Google sembra crederci molto, sebbene gli ostacoli tecnici (di sua competenza) e burocratici (la Federal administration aviation sta valutando modifiche alla normativa esistente e finora ha dato il placet un solo volo commerciale di drone sulla terra, quello di Bp in Alaska) siano molteplici. Barriere che ovviamente non scalfiscono la fiducia di Astro Teller, il professionista che dirige le attività giornaliere di Google X – mentre Sergey Brin, cofondatore di Google, è il supervisore del lavoro che viene svolto nel centro di ricerca – secondo il quale i droni rappresentano una grande opportunità per portare aiuti e provviste in situazioni di emergenza, per esempio destreggiandosi all’interno di zone colpite da disastri naturali. “Anche solo poche unità, capaci di fare la spola ininterrottamente, potrebbero supportare un’ampia fetta di popolazione in situazione di criticità”, è stata la sua spiegazione; il Project wing, infatti, nasce per permettere il trasporto di defibrillatori su chiamata in caso di urgenza, così da consegnare a domicilio unità di emergenza in tempi estremamente rapidi, aggirando possibili ostacoli ambientali (vedi tsunami, frane, terremoti) o circostanze prevedibili ma non sempre controllabili (dal traffico alle strade interrotte). Ad oggi il progetto è stato testato in Australia – un paese ritenuto da Google più progressista degli Stati Uniti in materia di droni e dove gli ostacoli sulle distanze sono pochi – per consegnare caramelle, acqua, medicine e cibo per cani a due contadini nel Queensland. I risultati sono stati incoraggianti. A livello tecnico, i prototipi sono sempre mossi dalle quattro eliche “tradizionali”, azionate da un motore elettrico, ma hanno una forma più simile a quella di un aereo, pur non necessitando di una pista per il decollo (la destinazione viene programmata prima di questa fase e il drone gestisce il proprio tragitto in completa autonomia): a terra si posiziona in verticale in modo tale che le eliche puntino verso l’alto, poi si raddrizza in volo; il peso totale dell’aereo a pieno carico è di 10 chilogrammi, dei quali 1.5 è riservato al carico. A questo punto, come già accennato l’unico “rischio” e che il progetto possa virare – magari totalmente – verso logiche più commerciali, permettendo ad esempio la consegna rapida di oggetti acquistati tramite e-commerce.
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Google sfida Amazon sui “droni postino”
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In cantiere il “project wing”: servirà per consegnare a domicilio piccoli oggetti utilizzando velivoli senza pilota che volano a bassa quota. Prime sperimentazioni in Australia
Pubblicato il 29 Ago 2014
Massimo Canorro
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