STRATEGIE

Cisco si (ri)gioca la carta della collaboration

A sette anni dall’acquisizione miliardaria di WebEx, l’azienda lancia Project Squared, software beta a modello freemium per aumentare la produttività aziendale e nuovi prodotti per teleconferenza e telepresenza. Annunciata a Los Angeles anche l’alleanza strategica con Box

Pubblicato il 19 Nov 2014

Antonio Dini

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Cisco rilancia sulla collaborazione. E presenta nuovi prodotti che cercano allo stesso tempo di innovare in questo settore e anche cambiare il modello, spesso troppo lento, di sviluppo software e hardware.

Durante la conferenza sulla collaborazione che si tiene in queste ore a Los Angeles e a cui CorCom partecipa in esclusiva l’azienda ha infatti annunciato alcune novità di prodotto e strategia. La prima è una serie di nuovi prodotti per la videoconferenza, a partire dal modello di punta, la Cisco Telepresence IX5000, adatta a creare una esperienza immersiva di comunicazione per 6-18 persone, che adesso è molto più economica, più efficiente (utilizza metà della banda passante grazie alla codifica video H.265) e nonostante i tre monitor da 50 pollici richiede meno corrente di un apparecchio casalingo come un microonde o un phon. Cisco ha poi annunciato una alleanza strategica con Box, l’azienda che si occupa di storage nel cloud e il principale avversario di DropBox, e infine il nuovo strumento di comunicazione collaborativa Project Squared, basato sulla nuova Cisco Collaboration Cloud (costruita sulla base della piattaforma strategica Intercloud di Cisco) che permette la collaborazione a piccoli team e si affianca a prodotti software per la collaborazione come Jabber e WebEx, oramai ritenuti datati e che stanno andando attraverso un ciclo di rinnovamento tecnologico e di interfaccia.

Sono molte le novità presentate e John Chambers, Ceo e presidente di Cisco che ha fatto da apripista alla presentazione del responsabile per la Collaboration Rowan Trollope, ha ribadito ancora una volta che questa volta il settore della collaborazione in azienda è destinato ad esplodere: «Oggi la spesa delle aziende in tecnologia non ufficiale, il cosiddetto Shadow It, arriva a quasi un terzo del totale. La maggior parte sono software e sistemi insicuri, che hanno a che fare con il cloud e che servono a far collaborare meglio le persone. Per l’It è una crisi, ma in realtà questa è una tendenza incredibile che possiamo sfruttare».

Il modello di sviluppo e di innovazione di Cisco è stato il grande convenuto di pietra della conferenza: secondo Trollope l’azienda è troppo lenta e deve fare le cose diversamente: «Abbiamo creato il progetto Squared per trasformare l’esperienza di collaborazione dei nostri clienti, ed è un anno che lo utilizziamo internamente con soddisfazione, ma soprattutto per dare un segnale su come sia possibile lavorare in maniera diversa: il software è costruito sulla nostra cloud collaborativa, è costruito chiedendo costantemente il feedback ai suoi utilizzatori, ed è fatto con un modello di aggiornamento basato su iterazioni continue». CorCom ha avuto la possibilità di provare in anteprima sia la app per iPhone che quella per Mac di Apple e quella web (esiste anche la versione Android e poi si stanno realizzando i client per Windows e per altre piattaforme mobili). Molto simile concettualmente al client di Slack (un’azienda per la collaborazione online fondata da Stewart Butterfield nel 2013 che lo scorso ottobre è stata valutata 1,3 miliardi di dollari) il software funziona con la metafora delle “stanze” che ricorda concettualmente molto quella dei forum e dei vecchi canali per l’Internet relay chat come Mirc: i membri del team possono creare “stanze” dove lavorare assieme a un progetto condividendo materiali e documenti, chiamarsi a vicenda per audio e video conferenze (passando sugli apparecchi di videoconferenza di Cisco se si trovano nelle vicinanze) e risolvere così il problema di utilizzare la mail come strumento di organizzazione e coordinamento per uno o più progetti.

»Siamo entrati in un mercato – ha detto a CorCom Trollope, General manager e senior vicepresidente per la Collaboration Technology di Cisco – in cui non solo abbiamo l’ambizione di arrivare ad essere primi, ma a conquistare il 40% o più delle quote»: un’ambizione miliardaria visto che il mercato della collaborazione è stimato almeno in 20 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni.

Cisco offre una esperienza ancora “povera” come interfaccia, almeno rispetto a molti prodotti della concorrenza, ma ha dalla sua sia l’integrazione con una più ampia piattaforma di collaborazione, conferenza audio e video, telefonia over IP e telepresenza, ma anche tutti gli aspetti che caratterizzano l’azienda in termini di security, configurabilità da parte dell’It aziendale, uso di strumenti di business come Active directory, e poi l’integrazione con il nuovo partner Box. In pratica, il ruolo di Box è quello di fornire un sistema di storage indipendente ma integrato fin dal principio con il sistema di collaborazione nella nuvola Squared.

«Cisco – ha detto Trollope – ha dalla sua l’integrazione tra hardware software e network, ma non solo. Abbiamo anche una base installata molto ampia e un ampio ecosistema di partner». Quello che all’azienda manca ancora è un modello “agile” di produzione e realizzazione dei prodotti e una sensibilità “consumer like” che metta gli utenti al centro e non la tecnologia. Tutti elementi che la divisione di Collaboration guidata da Trollope ha come suoi obiettivi e che il manager, nella strategia di Chambers, deve essere in grado di realizzare per ispirare anche gli altri settori. Non a caso la divisione guidata da Trollope in sei mesi ha vinto sei premi Red Dot Award per il design, cioè quanti Cisco ne aveva vinti nei precedenti 24 anni

«La mia azienda – ha detto Chambers – ha la capacità di capire quando pensiamo che un mercato stia diventando maturo. Come è successo nella telepresenza, introdotta nel 2006 e che oggi è un mercato del quale abbiamo il 54%. Non c’è mai stata un’area delle nostre attività che mi abbia attratto ed emozionato di più di quella delle potenzialità che vengono dal settore della Collaboration. Siamo molto bravi a catturare le discontinuità e transizioni di mercato e pensiamo che questo è quello che sta accadendo in questo segmento».

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