Ansip: “A maggio la strategia per il Mercato unico digitale”

Il commissario Ue per il Digital Single Market annuncia un piano completo con focus su copyright, diritti dei consumatori e cyber-sicurezza. Anche le regole sulla data protection dovrebbero essere finalizzate quest’anno. Sullo spettro radio si punta su una maggiore collaborazione

Pubblicato il 16 Gen 2015

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Andrus Ansip, vice presidente della Commissione europea per il Digital Single Market, è pronto a lanciare una nuova strategia digitale nella prossima primavera: è quanto annuncia l’ex primo ministro estone sul sito Euractiv.

“Io guido e coordino il lavoro del team sul Mercato unico digitale, in cui sono coinvolti più di 10 commissari. Abbiamo tenuto una prima riunione a novembre e un’altra si terrà alla fine di questo mese. Il digitale è dappertutto, tocca tutti gli aspetti delle nostre vite, per questo è essenziale la cooperazione tra i vari dipartimenti della Commissione; altrettanto importante è evitare i silos”, afferma Ansip delineando le strategie per rendere “unitaria” l’azione sul Mercato unico digitale nonostante le sue varie declinazioni. “Ci concentriamo sui reali problemi e ostacoli e studiamo le diverse possibilità di azione che abbiamo. Il nostro lavoro si divide in sei aree tematiche, a ognuna delle quali partecipano vari commissari”.

Una delle aree di lavoro, per esempio, è quella che riguarda la costruzione della fiducia dei consumatori nel mondo online: se le persone non riescono a fidarsi dei servizi elettronici, non li useranno mai, dice Ansip. In termini di politiche da adottare, questo vuol dire fare passi in avanti nelle normative sui diritti dei consumatori e sulla cyber-sicurezza.

Un’altra area di lavoro si concentra sulla rimozione delle restrizioni all’accesso online per i consumatori sulla base della loro location o residenza. Per questo occorrerà riformare le norme sul copyright e liberarsi di “ingiustificate limitazioni sul trasferimento e accesso ai beni digitali”, afferma Ansip. “Collaboro da vicino col commissario Oettinger sulla modernizzazione delle regole sul copyright”.

Ansip sottolinea: “Il nostro team proporrà una strategia completa e dettagliata entro maggio 2015, da implementare nei mesi successivi. Nel frattempo ascolteremo attentamente i suggerimenti, tenendo consultazioni continue per assicurarci di fare le cose nel modo giusto”.

Ansip interviene anche sul tema della protezione dei dati: in questo momento non è la Commissione a occuparsene, ma il Parlamento e gli Stati membro, ma Ansip sottolinea che “le discussioni sulle norme per la Data Protection possono e dovrebbero essere finalizzate nel 2015: questa è una delle massime priorità della Commissione e anche il Consiglio europeo è impegnato su questo obiettivo. Speriamo in nuovi passi in avanti durante la presidenza lettone; il Parlamento ha già votato sulla normativa per la Data Protection lo scorso marzo, dando supporto alle proposte della Commissione“. Ma, aggiunge Ansip, le regole europee sulla protezione dei dati non cambieranno alla luce della strage di Charlie Hebdo: “Saranno guidate dalla ragione e non dalla paura. La Data Protection Regulation non copre lo scambio di dati per la lotta al terrorismo e non mi aspetto quindi un impatto”.

Sulla Grand Coalition for Jobs and Growth, lanciata da Neelie Kroes lo scoso anno, Ansip assicura che andrà avanti: “Dobbiamo portare più giovani, specialmente donne, verso i lavori nell’industria digitale”, osserva il commissario Ue. “Questo è fondamentale per la nostra economia: le aziende soffrono della mancanza di figure Ict specializzate”.

Infine, sui negoziati per lo spettro in corso nell’ambito dell’Itu a Ginevra, Ansip sottolinea che l’Ue deve mostrare una visione compatta e unitaria: “Lo spettro non è solo un problema tecnico: è l’ingrediente essenziale del Mercato unico digitale. Questo non può funzionare in modo corretto senza una connettività che sia di alta qualità, ultra-veloce e a prezzi accessibili. L’open spectrum è la base della società abilitata dalle tecnologie digitali e della domanda digitale. Ma più questa risorsa naturale è divisa, meno è efficiente. I paesi Ue dovrebbero collaborare molto di più sull’assegnazione dello spettro”.

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