INNOVAZIONI

Ibm, un “mantello” di protezione per i dati personali nella nuvola

Dai laboratori di ricerca una soluzione per impedire la condizione incontrollata di informazioni, inclusi i numero di carta di credito. Christina Peters, Cpo Ibm: “I web provider adesso sono più affidabili verso i clienti”

Pubblicato il 30 Gen 2015

Antonio Dini

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I guru della tecnologia l’avevano vaticinato: il tema del futuro è la sicurezza. E di sicurezza si parla. Soprattutto riguardo alla gestione dei dati personali. Adesso arriva l’annuncio di una soluzione che promette di portare, in tempi purtroppo non brevi, un manto di sicurezza con il quale coprire i dati personali di ogni genere, inclusi quelli finanziari e della carta di credito.

I ricercatori di Ibm hanno infatti annunciato una tecnologia cloud volta a proteggere meglio i dati personali online dei consumatori, tra cui data di nascita, indirizzi e numeri di carta di credito. La tecnologia, denominata Identity Mixer, utilizza un algoritmo crittografico per codificare gli attributi d’identità certificati di un utente, quali età, nazionalità, indirizzo e numero di carta di credito, in modo da consentire all’utente di rivelare a terzi solo elementi selezionati. Identity Mixer può essere utilizzato all’interno di un digital wallet, che contiene le credenziali certificate da una terza parte “fidata”, come ad esempio una carta d’identità elettronica rilasciata da un’autorità pubblica. È importante sottolineare che l’emittente delle credenziali non è a conoscenza di come e quando esse vengono utilizzate.

Identity Mixer – dice Christina Peters, Chief privacy office di Ibm – permette agli utenti di scegliere con precisione quali dati personali condividere, e con chi. Ora i web service provider possono migliorare il loro profilo di rischio e l’affidabilità verso i clienti; e il tutto risiede in cloud, facilitando così la programmazione per gli sviluppatori”.

Secondo comScore, una persona dedica all’uso di internet in media quasi 25 ore al mese, accedendo a decine di servizi online diversi, tra cui servizi bancari, shopping e social network. Praticamente per ogni servizio gli utenti devono creare un profilo personale, con uno username e una password, oppure – per una maggiore sicurezza – tcertificati crittografici. Anche se tali strumenti possono offrire una sicurezza sufficiente per molti scopi, in genere non forniscono alcun livello di privacy per gli utenti, inducendoli a rivelare più dati personali di quanto non sia necessario, il che può essere pericoloso se tali dati finiscono nelle mani sbagliate.

Già disponibile per il download e funzionante su smart card, Identity Mixer viene ora messo a disposizione degli sviluppatori come web service di facile utilizzo in Ibm Bluemix, il cloud Platform-As-Service (PaaS) di Ibm, che combina software Ibm, tecnologie open source e di terze parti. A partire da questa primavera, gli abbonati a BlueMix potranno sperimentare Identity Mixer nell’ambito delle proprie applicazioni e dei propri web service.

Identity Mixer – dice Jan Camenisch, crittografo e co-inventore di Identity Mixer – è frutto di oltre dieci anni di ricerca per trasformare in realtà l’idea di una divulgazione minima dei dati correlati all’identità ed ora è pronto per essere usato per transazioni sia da computer sia da dispositivi mobili”.

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