STRATEGIE

Alibaba, dopo l’e-commerce punta sull’entertainment

Molteplici le partecipazioni in aziende che producono film e programmi Tv, soprattutto cinesi ma non solo: Alibaba ha anche un accordo di distribuzione con l’americana Lionsgate

Pubblicato il 26 Mar 2015

Patrizia Licata

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Alibaba non si contenta di controllare l’industria dello shopping su Internet. La piattaforma numero uno per l’e-commerce in Cina punta ora a diventare anche un colosso dell’entertainment, cavalcando il portentoso sviluppo del mercato nazionale.

Come riporta un commento del Financial Times, i cinema cinesi hanno fatturato 4,8 miliardi di dollari nel 2014 (dati di Ihs Technology). I cinema fatturano il doppio negli Usa, ma il dato 2014 è in calo del 4% mentre il mercato cinese è previsto in forte espansione, tanto che secondo Ihs supererà quello americano nel 2019, quando varrà 10,6 miliardi di dollari. Ovviamente i guadagni del settore non si limitano ai biglietti venduti nelle sale: la distribuzione online conta sempre di più (10 miliardi di dollari di vendite l’anno scorso a livello globale, anche se 5,5 miliardi fanno capo a Netflix).

Alibaba ha come strumento principale per la produzione di contenuti la società Ali Pictures, quotata a Hong Kong, formatasi l’anno scorso dopo che Alibaba ha comprato il 60% di ChinaVision Media. Ali Pictures non ha ancora prodotto niente, ha una capitalizzazione di mercato di 8 miliardi di dollari ed è in perdita. Ma ha diversi accordi di produzione e distribuzione con emittenti Tv cinesi e a gennaio ha annunciato il suo primo film con la collaborazione di due star, il produttore Wong Kar-Wai e l’attore Tony Leung.

Le fortune di Ali Pictures restano incerte, ma l’impero di Alibaba non si fonda solo su questa società per avere contenuti. Il fondatore Jack Ma possiede il 4% del produttore cinematografico Huayi Brothers (quotato a Shenzhen). A novembre Alibaba ha siglato un accordo con la Huayi per finanziare delle produzioni e permettere investimenti anche tramite il suo sito di crowdfunding Yule Bao. Questo mese, inoltre, la Hangzhou Ali Venture Capital (di cui sono proprietari i fondatori di Alibaba, Ma e Simon Xie ma non Alibaba) ha comprato il 9% della Enlight Media di Pechino, che produce programmi Tv e film, per 383 milioni di dollari. Ancora, per la distribuzione Alibaba fa dei set-top box insieme a un partner, Wasu (di cui Xie possiede una quota). Alibaba possiede anche, direttamente questa volta, un quarto del sito video online cinese Yukou Tudou, quotato negli Usa.

Alibaba non intende limitarsi ai contenuti locali: l’anno scorso ha siglato un accordo con l’americana Lionsgate, produttore di Hunger Games, per trasmettere in streaming i contenuti di Lionsgate sui set-top box di Alibaba. Il colosso cinese si è dunque già dotato di diversi veicoli per guidare la sua espansione nell’industria dell’intrattenimento e per mietere successi, anche se, nota il Financial Times, le confuse modalità con cui possiede quote nelle varie società dell’entertainment (spesso non direttamente) potrebbe significare scarsi vantaggi per gli azionisti.

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