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Libri, copyright e Iva: la visione “strabica” dell’Europa

Guido Scorza interviene sulla sentenza della Corte Ue: “Decisione pardossale: non si può considerare un libro tale solo se stampato. Così non si incentiva l’uso del digitale”

Pubblicato il 28 Mar 2015

Guido Scorza, avvocato esperto di Diritto di Internet

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In Italia riecheggia ancora l’esultanza dell’Associazione italiana editori, di Confindustria Cultura e di decine di migliaia di lettori per la recente decisione, del Governo, di abbassare al 4% l’Iva per gli e-book, equiparandola, così, all’aliquota applicata ai libri di carta. Eppure a leggere le due Sentenze rese lo scorso 5 marzo dalla Corte di Giustizia dell’Unione europea sembra che quella di editori e lettori italiani, sia stata solo una vittoria di Pirro e quella del Governo solo l’ennesima violazione della disciplina comunitaria che ci costerà un’ennesima procedura di infrazione.

I Giudici della Corte europea, infatti, pronunciandosi sulle leggi francese e lussemburghese che già da tempo equiparano l’aliquota Iva sui libri elettronici a quella scontata dai libri di carta, hanno stabilito che tali leggi violano il diritto dell’Unione europea che vieta ad un singolo Stato di trattare, a fini Iva, gli ebook – scaricabili o consultabili online – come i loro “cugini” di carta. Secondo la Corte quando un libro non sia venduto su un supporto fisico – non ha importanza quale – deve essere considerato un servizio con la conseguenza che la sua vendita deve scontare l’aliquota Iva applicata alla commercializzazione dei servizi. Quelle dei Giudici europei sono due decisioni che sembrano arrivate da un altro secolo e davvero difficili da “digerire” e condividere sia sotto il profilo politico, sia sotto quello giuridico.

Sotto il primo, perché, dovrebbe essere ormai chiaro a chiunque che i libri elettronici rappresentano, probabilmente, l’unica chance di proiettare nel futuro l’utilità e la funzione del libro come impareggiabile veicolo culturale.
La carta, prima o poi, sparirà e, a quel punto, se i libri elettronici non avranno raggiunto un sufficiente livello di diffusione sarà la fine del libro.
Sotto il secondo profilo perché è paradossale che lo stesso diritto dell’Unione europea, da una parte protegga il libro con il diritto d’autore e, dunque, come un’opera immateriale e dall’altra, però, lo consideri tale solo fino a quando il suo contenuto è fissato su un supporto materiale, quasi che pagine di carta e copertina di cartone valessero di più di contenuto e forma espressiva.

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