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Calcio, la Finanza in Sky e Mediaset: scoppia il caso diritti Tv

L’Antitrust avvia un’istruttoria per fare luce su eventuali “accordi spartitori” restrittivi della concorrenza per la titolarità a trasmettere in Tv la serie A 2015-2018

Pubblicato il 19 Mag 2015

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Ispezioni della Guardia di Finanza a Milano e Roma, nelle sedi di Sky, Mediaset, e della Lega Calcio Serie A. I finanzieri del nucleo speciale Tutela Mercati, d’intesa con l’Autorità Garante della Concorrenza, sono impegnati in una serie di accertamenti sulla vendita dei diritti televisivi per le stagioni calcistiche 2015-2018. L’indagine dell’Antitrust, che ha aperto un’istruttoria nei confronti di Sky Italia, Rti-Mediaset, Infront Italy e della Lega nazionale professionisti di Serie A, anche per “verificare se siano intervenuti ‘accordi spartitori’ fra Sky e Mediaset – spiegano dall’authority – Per accertare queste ipotesi, funzionari dell’Antitrust hanno eseguito oggi una serie di ispezioni nelle sedi delle società, coadiuvati dai militari del Nucleo speciale Tutela Mercati della Guardia di Finanza”. Oggetto dell’istruttoria dell’Antitrust, spiegano dal Garante, è “la possibile sussistenza di un’intesa restrittiva della concorrenza, in violazione dell’art. 101, comma 1, del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, volta eventualmente a ‘condizionare e alterare’ gli esiti della procedura di assegnazione e a escludere i potenziali nuovi entranti, in modo da pregiudicare il commercio intracomunitario. Il procedimento dovrà concludersi entro il 30 aprile 2016”.

“In particolare – si legge in una nota del Garante – al termine della procedura per l’assegnazione dei diritti televisivi, Sky avrebbe dovuto trasmettere le partite del Campionato di Serie A sulle piattaforme satellitare e digitale terrestre contenute nei ‘Pacchetti A e B’, mentre a Mediaset – che aveva presentato l’offerta più alta solo per il ‘Pacchetto D’ – sarebbero spettate le restanti partite su tutte le piattaforme. Successivamente alla gara, tuttavia, l’assetto definitivo delle assegnazioni è risultato diverso per i singoli ‘pacchetti’ in cui erano stati inseriti i diritti televisivi: il pacchetto satellitare (A) è stato assegnato a Sky, il pacchetto digitale terreste (B) è stato assegnato a Rti, mentre il pacchetto D è stato assegnato a Rti e poi da questa ceduto a Sky”.

L’accordo in Lega che si era chiuso la notte del 26 giugno dopo una lunga trattativa. Dall’apertura delle buste per i diritti della serie A l’offerta più alta per le prime otto squadre era stata presentata da Sky sia per il digitale terrestre sia per il satellite (con un’offerta rispettivamente di 422 e 357 milioni di euro), mentre Mediaset aveva fatto l’offerta migliore per le squadre di seconda fascia (306 milioni). L’intesa prevedeva che, limitatamente alle prime otto squadre, i diritti Tv venissero assegnati a Sky per il satellite, e a Mediaset, nonostante non avesse presentato l’offerta migliore (280 milioni), per il Dtt. Dal canto suo Mediaset si impegnava a cedere a Sky i diritti delle 12 squadre di seconda fascia. In conclusione, quindi, a Sky sarebbe andata l’esclusiva dell’intero campionato italiano, mentre Mediaset si aggiudicava la possibilità di trasmettere sui propri canali in digitale terrestre i match delle prime otto squadre, che raccolgono circa il 90% dei tifosi di calcio in Italia. L’accordo era stato reso possibile dal via libera alla “concessione in licenza” dei diritti in deroga alla legge Melandri, che era stato concesso a stretto giro, tra il 17 e il 18 luglio, prima dall’Antitrust e poi dall’Agcom.

Circostanza confermata in una nota dalla stessa Agcom, che precisa “che la deroga al divieto di sub-licenza, prevista dall’articolo 11, comma 6, del decreto legislativo n. 9/2008 (c.d. decreto “Melandri”) è stata accordata in seguito alla richiesta della Lega Calcio – per il pacchetto di diritti audiovisivi relativi al campionato di Serie A per le stagioni sportive 2015/16, 2016/17 e 2017/2018 – da entrambe le Autorità, con decisioni contestualmente assunte dai due Collegi nel luglio 2014, a seguito della verifica del rispetto delle condizioni previste dalla citata normativa. Le due Autorità, infatti, ai sensi del decreto Melandri (art. 19, comma 1) sono entrambe tenute, ciascuna per i profili di competenza, a pronunciarsi sulle richieste di deroga al divieto di sub-licenza, ferme restando le competenze esclusive dell’Agcm di verifica ex post del rispetto delle norme in materia di concorrenza (ai sensi della legge 287/1990) e oggetto dell’istruttoria avviata”.

In base all’accordo Sky sborsò quindi complessivamente 572 milioni di euro mentre Mediaset 373 milioni. La Lega Calcio registrò un incasso complessivo di 945 milioni di euro, inferiore di circa 150 milioni rispetto alle cifre delle prime offerte. Eurosport, che presentò un’offerta per il pacchetto delle squadre cosiddette minori, nei giorni successivi all’assegnazione, aveva prospettato la possibilità di adire le vie legali. “Eurosport – si legge in una nota diffusa il giorno successivo all’assemblea della Lega – prende atto della decisione della Lega Serie A sull’assegnazione dei diritti. Riteniamo che questa assegnazione sia contraria alle regole descritte nell’invito ad offrire redatto dalla Lega Serie A e stiamo valutando tutte le opzioni, incluse quelle legali”.

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