CYBERCRIME

Wikileaks, il Giappone non ci sta: “Spionaggio online deplorevole”

Un portavoce del Governo interviene per chiedere spiegazioni agli Stati Uniti, dopo che il sito di Assange aveva pubblicato il file “Target Tokyo” con documenti ufficiali top secret intercettati dagli americani

Pubblicato il 03 Ago 2015

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Il Giappone non ci sta e vuole spiegazioni dagli Usa sulle presunte attività di spionaggio da parte della Nsa (National Security Agency) a danno di governo e aziende nipponiche, in base ai file apparsi sul sito di Wikileaks di Julian Assange.

“Stiamo chiedendo con forza al direttore americano della National Intelligence, James Clapper di verificare i fatti”, ha detto il portavoce dell’esecutivo, Yoshihide Suga. “Se fosse tutto vero, il Giappone, come alleato, vedrebbe questo come un fatto estremamente deplorevole”, ha aggiunto.

Alla domanda sulle misure adottate dal Giappone in materia di informazioni segrete, Suga – secondo l’agenzia Kyodo – ha risposto di credere che “tali segreti non dovrebbero mai trapelare perché’ il governo sta prendendo le iniziative possibili per scongiurare situazioni del genere”.

Venerdì, a sorpresa, Wikileaks ha pubblicato il corposo file “Target Tokyo“, nuovi documenti tra cui quattro rapporti della National Security Agency, marcati “top-secret”, su discussioni interne relative a commercio internazionale e climate change, avendo per bersaglio lo stesso premier Shinzo Abe.

Wikileaks ha dato una lista di 35 obiettivi “sensibili” della Nsa per le intercettazioni telefoniche tra cui ufficio di Gabinetto, Bank of Japan, ministeri di Finanze e Commercio e dirigenti di colossi del trading come Mitsubishi e Mitsui. Le intercettazioni telefoniche risalgono almeno alla fase del primo governo Abe, da settembre 2006 a settembre 2007, mirate a raccogliere elementi sulle discussioni interne su scambi internazionali e politiche sul cambiamento climatico.

Il sito di Assange ha pubblicato in passato corposi dossier sullo spionaggio Usa di Germania, Francia e Brasile e in Italia.

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