IL CASO

Lufthansa, arriva la “stangata” sui ticket comprati su altri siti

Dal 1° settembre le compagnie del gruppo applicheranno un “onere per i costi di distribuzione” di 16 euro. Così l’azienda mira a riportare “in casa” la vendita dei biglietti

Pubblicato il 31 Ago 2015

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Un supplemento di 16 euro, chiamato “Dcc”, abbreviazione che sta per “Onere per i costi di distribuzione”, per scoraggiare gli utenti ad acquistare voli Lufthansa su siti diversi da quello della compagnia aerea e delle sue controllate. La misura, che riguarda anche Brussels Airlines, Austrian Airlines, e Swiss International, scatterà su ogni biglietto emesso da sistemi di distribuzione globale, i cosiddetti Gds, la rete a cui si rivolgono agenzie e altri intermediari. Tra i più colpiti dalla decisione del gruppo tedesco ci sarà Amadeus, tra i siti più attivi per le prenotazioni del gruppo con sede a Francoforte.

La decisione della compagnia nasce dalla volontà di accentrare “in casa” la vendita dei biglietti, scoraggiando l’acquisto tramite i Gds: le agenzie, specificano da Lufthansa, potranno prenotare senza costi extra direttamente presso il portale della Lufthansa.

Proprio da Amadeus viene una replica piccata: “I viaggiatori finiranno per pagare di più per lo stesso servizio – si legge in una nota – e, nel caso in cui le agenzie di viaggio siano costrette ad accettare questa nuova strategia commerciale modificando il modo in cui accedono ai contenuti solo per Lufthansa, ci saranno costi aggiuntivi che verranno alla fine trasferiti sui consumatori”.

E’ arrivato così anche il ricorso alla Commissione Ue dell’Associazione dei Tour Operator europei e di quella della agenzie di viaggio, che si schierano contro “le pratiche anticoncorrenziali” messe in atto da Lufthansa.

La decisione di Lufthansa era stata recentemente anticipata, anche se non con gli stessi mezzi, da diverse compagnie americane. Delta ha rimosso le proprie tariffe da TripAdvisor e da altri piccoli siti, American Airlines lo scorso anno ha sfilato i propri voli da Orbitz. Southwest ha mantenuto fuori la propria offerta dai siti terzi definendola “una strategia di distribuzione on-line pura”.

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