fattura elettronica

E-Fattura B2B diventa realtà, ma mancano gli incentivi

Dal 2 settembre entra in vigore il decreto che estende la possibilità di fatturazione digitale anche alle transazioni commerciali tra privati. Ma per le misure di sostegno bisognerà aspettare il 2017. Catti (Polimi): “Occasione per accelerare sulla semplificazione burocratica a favore delle imprese”

Pubblicato il 01 Set 2015

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La e-Fattura B2B nasce ufficialmente domani. Ma adesso ci attende un lungo cammino di preparazione, per vederne gli effetti pratici e i benefici. Da domani, 2 settembre, entra infatti in vigore il Decreto Legislativo numero 127/2015, che estende la possibilità di fatturazione elettronica anche alle transazioni commerciali tra privati. La “fattura b2b”, appunto.

Sappiamo che, a differenza di fattura PA, quella b2b non può essere imposta alle parti. Il Governo ha scelto quindi di renderla facoltativa, con incentivi. “Quello che può sembrare un limite della e-fattura b2b- la facoltatività- in realtà si può rivelare un fattore positivo, perché è occasione per accelerare su semplificazioni burocratiche a favore delle imprese”, dice Paolo Catti, Co-Direttore della Ricerca dell’Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione (qui un’analisi).

Gli incentivi scatteranno dal primo gennaio 2017. Si tratta della facoltà di trasmettere telematicamente le fatture all’Agenzia delle entrate, al posto delle comunicazioni che i contribuenti sono chiamati a inviare all’Amministrazione finanziaria nel corso dell’anno. “Coloro che già adottano o adotteranno processi di Fatturazione Elettronica, si troverebbero agevolati nella effettuazione della trasmissione telematica e potrebbero coniugare comunicazione commerciale e fiscale consentendo di abolire completamente adempimenti come lo Spesometro e la comunicazione delle operazioni con i Paesi Black List e i modelli INTRA riferiti agli acquisti di beni e servizi – adempimenti burocraticamente tanto onerosi quanto “sgradevoli”, che gravano sull’operatività delle imprese. Il contribuente, poi, otterrebbe rimborsi IVA più veloci”, spiega Catti.

Perché la fattura elettronica esprima tutti i benefici atessi, per il sistema Paese, deve essere adottata non solo dalla PA ma dall’intero mondo produttivo: è una tesi ribadita dal Politecnico di Milano, che ha stimato “un beneficio complessivo legato alla diffusione della Fatturazione Elettronica strutturata tra tutte le organizzazioni (pubbliche e private) del nostro Paese pari a oltre 10 miliardi di euro anno; a patto, però, di abbandonare completamente la carta e i processi che sulla carta si basano e dalla carta derivano”, ricorda Catti.

Secondo l’Osservatorio, risulta ancora incompleto anche il processo di adozione dell’e-fattura da parte dei fornitori della PA. A giugno, erano circa 300.000 i fornitori che hanno già inviato fatture elettroniche. Ossia solo una piccola parte dei circa 2 milioni di fornitori che ogni anno ne invieranno almeno una ad un Ente della PA.

“L’obbligo di fatturazione elettronica verso la PA sta dando un forte contributo alla digitalizzazione del Paese, nonostante le difficoltà e resistenze – afferma Alessandro Perego, responsabile scientifico dell’osservatorio fatturazione elettronica e dematerializzazione – Il prossimo passo su cui il legislatore è impegnato è quello di rendere Elettronica anche la Fatturazione fra imprese facendo leva su incentivi orientati alla semplificazione e alla sburocratizzazione. Un passo importante, anche se complesso da rendere effettivo, che può portare ai risultati desiderati solo se si diffonderà sempre di più la convinzione che la digitalizzazione sia un processo ineludibile per l’intero sistema economico”.

“La Fatturazione Elettronica ha le carte in regola per essere l’innesco in grado di stimolare un grande cambiamento digitale nel nostro Paese – aggiunge Catti-. Dopo la PA, ora spetta alle imprese raccogliere la sfida. Dopo le iniziali difficoltà di adattamento, naturali e in qualche caso anche potenzialmente dolorose, imparare a cavalcare, piuttosto che subire, l’ondata di innovazione può aprire a opportunità che sono state troppo spesso trascurate nel passato. Occorre vivere questo sforzo nella consapevolezza che si sta andando verso un nuovo modello digitale su cui impostare e costruire relazioni di business”.

L’e-fattura ha portato fermento anche tra i fornitori di software in quest’ambito. Uno dei primi commenti sull’avvio di quella b2b arriva appunto da Luigi Caruso, Coordinatore del progetto PMI Digital Edge Sezione IT Unindustria e Presidente del Gruppo CMT: “La Fatturazione Elettronica tra privati aggiunge un tassello fondamentale all’ambizioso progetto di digitalizzazione dello Stato, partito con la Fatturazione Elettronica verso la PA a giugno 2014. Quest’ulteriore passaggio agevolerà di molto i rapporti tra Stato e Imprese Private garantendo trasparenza ed eliminando sempre più quei vincoli burocratici che le Aziende Private guardano sempre con sospetto. Con questo decreto lo Stato pone un’altra pietra a favore della digitalizzazione del Paese, perché la dematerializzazione dei processi e trasparenza delle comunicazioni aziendali significa raggiungere quei livelli di competitività di cui l’Italia ha bisogno per uscire a pieno titolo da una congiuntura complessa”.

Le perplessità riguardano “un ultimo punto previsto nel decreto che lo Stato dovrà valutare attentamente, riguardo i servizi di fatturazione e di conservazione gratuiti offerti dallo Stato. I provider privati investono ingenti risorse per offrire alle aziende servizi sempre più semplici da utilizzare e soprattutto sempre più integrati nel ciclo emissione fattura, conservazione, gestione del back office amministrativo del documento e integrazione con gestionali aziendali tutto a beneficio dell’efficienza competitiva dei processi; probabilmente lo Stato potrebbe investire risorse in campagne per sensibilizzare le imprese sui vantaggi della digitalizzazione”.

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