LA TASSA

Canone Rai, 7 milioni di famiglie lo evadono

Il dato emerge da un documento del Mef inviato al Senato per sostenere la scelta di aver inserito la tassa nella bolletta elettrica. “La nuova disposizione genererà maggiori entrate”

Pubblicato il 10 Nov 2015

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Sette milioni di famiglie italiane non paga il canone Rai. Il dato emerge da un documento degli uffici del Ministero dell’economia epositato in Senato con il quale il governo replica ai rilievi del servizio bilancio di Palazzo Madama sulla legge di Stabilità.

“Ad oggi il canone Rai è versato da circa 16 milioni di contribuenti e le famiglie italiane, così come risulta dai dati Istat, ammontano a circa 23 milioni”, si legge nel documento. “Pertanto è più che prudenziale ritenere che la disposizione (il canone in bolletta ndr) sia suscettibile di generare maggiori entrate – valuta il Mef – e che il gettito ritraibile dalla nuova forma di versamento possa essere almeno pari a quello che viene attualmente introitato come canone, tassa di concessione governativa e Iva”.

Per risolvere il problema dell’evasione il governo Renzi ha inserito nella manovra la nuova modalità di pagamento nella bolletta elettrica. Uno degli emendamenti a firma Pd che sarà inserito nella legge di stabilità prevede di far pagare il canone Rai in due rate nel 2016 e diluito nelle bollette bimestrali della luce negli anni successivi.

I tecnici di Senato e Camera hanno dedicato un capitolo della propria analisi sulla legge di stabilità al canone Rai nella bolletta elettrica, sostenendo che “sarebbe interessante” il “poter disporre” di “dati aggiornati in tema di evasione/inadempimento e morosità”. Nel dossier del servizio del Bilancio sulla Legge di Stabilità, la relazione tecnica afferma che “la norma è volta a incrementare il numero dei contribuenti rispetto a quelli che, attualmente, pagano il canone di abbonamento”. “Pur ritenendo che la disposizione sia suscettibile di generare maggiori entrate – si legge nella relazione – si assume, prudenzialmente, che il gettito ritraibile dalla nuova forma di versamento possa essere almeno pari a quello che viene attualmente introitato come canone, tassa di concessione governativa e Iva”.

“Considerato che la norma – affermano i tecnici di Camera e Senato – è volta a estendere la platea dei contribuenti rispetto a quelli che, attualmente, pagano il canone Rai, sarebbe interessante, al fine di fornire elementi informativi nell’ambito dell’esame parlamentare della misura proposta, poter disporre di dati aggiornati in tema di evasione/inadempimento e morosità con riferimento sia al pagamento del canone Rai sia a quello delle utenze elettriche (…) al fine di poter escludere eventuali ricadute sul gettito riveniente dai canoni Tv in dipendenza del grado di morosità nel pagamento delle utenze elettriche”.

“E’ ragionevole ipotizzare – prosegue la relazione, facendo riferimento all’abbassamento del canone da 113,5 euro a 100 euro – che l’individuazione del nuovo importo del canone sia stato effettuato tenendo conto, oltre che della sua adeguatezza rispetto alle esigenze di copertura di oneri alle quali la risorsa è destinata a legislazione vigente, delle risultanze di una analisi in merito all’entità della riduzione dell’evasione attesa”.

Sarebbe quindi “utile poter disporre della stima operata”, anche al fine di “verificare se sia tenuto conto dell’impatto, sul gettito atteso, di eventuali contenziosi in relazione a incertezze applicative che potrebbero derivare dalla nuova presunzione legale di possesso di apparecchio televisivo e dagli obblighi posti a carico di soggetti privati e non privi di rilevanza economica”.

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