DIESELGATE

Volkswagen, pronta la “fix” per i veicoli europei (ma non varrà negli Usa)

Affidata al software, la fix che rimetterà in regola le auto diesel interessate dallo scandalo sui “trucchi delle emissioni” costerà molto meno del previsto. Ma per VW non sono tutte buone notizie: aperte due nuove inchieste, in Germania e in California, dove i veicoli dovranno essere ritirati, mentre l’Epa valuta le sanzioni

Pubblicato il 26 Nov 2015

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Si aggravano le ripercussioni del “dieselgate” per Volkswagen, con l’avvio di nuove indagini – separate – da parte delle autorità americane e tedesche sui software usati in alcuni modelli di auto del gruppo tedesco per falsare i risultati dei test sulle emissioni inquinanti.

L’inchiesta preliminare aperta a Ingolstadt rischia anche di avere gravi ripercussioni penali: cercherà infatti di capire se alcuni dei dipendenti della divisione Audi, marchio del gruppo Volkswagen, abbiano installato il software che ha permesso ad alcuni veicoli diesel di dare esiti falsati nei test sulle emissioni. Si tratta dell’ultima in ordine di tempo di una serie di inchieste già aperte su Audi: finora, nessun dipendente è stato accusato formalmente ma già diversi top manager, compreso il chief executive Martin Winterkorn, hanno lasciato il posto o sono stati sospesi in attesa dell’esito delle indagini. “Siamo i primi interessati a un chiarimento completo. Coopereremo con le autorità in modo trasparente”, ha commentato un portavoce Audi sull’indagine di Ingolstadt.

All’interno del gruppo Volkswagen, Audi è responsabile dello sviluppo del motore diesel V6 tre litri usato da Volkswagen, Audi e Porsche (altro marchio del gruppo) in diversi modelli. Solo nei giorni scorsi i vertici di Audi hanno ufficialmente ammesso di aver montato nei modelli delle auto diesel del gruppo Volkswagen con motori di tre litri di cilindrata tre tipi di software di cui uno (Defeat Device) è considerato illegale negli Usa, in quanto ha la funzione di manipolare i dati delle emissioni durante i test, come riportato dal Sole 24 Ore.

Per quanto riguarda gli altri due tipi di software contestati dall’autorità americana Epa (U.S. Environmental Protection Agency), che li definisce “Auxiliary Emission Control Device”, Audi li considera diversi in quanto non in grado di distinguere tra la condizione di test e tra quella del normale uso in strada. Ma il programma dei due software non è mai stato denunciato alle autorità ecologiche americane che lo hanno scoperto soltanto nel corso della prima fase del dieselgate che riguardava le auto di minor cilindrata del gruppo.

Alla luce di quanto emerso, il California Air Resources Board (Carb) ha aperto una sua inchiesta ufficiale sui veicoli Volkswagen, Audi e Porsche degli anni 2009-2016 che hanno usato il motore V6. Il Carb ha ingiunto alle aziende di ritirare le auto interessate dal mercato e dato a Volkswagen, Audi e Porsche 45 giorni per presentare un piano dettagliato su come intende procedere. Un portavoce del gruppo ha garantito che il piano richiesto sarà prodotto nei tempi indicati: “Ci assumiamo le nostre responsabilità”.

Nel frattempo, un portavoce dell’Epa ha fatto sapere che l’agenzia sta valutando eventuali multe o altre sanzioni da applicare contro Volkswagen.

In Europa Volkswagen ha già spiegato che rimetterà in regola le 9 milioni di auto immatricolate nel nostro continente interessate dal software illecito con una fix che avverrà sia tramite un aggiornamento software che con l’installazione di una piccola parte cilindrica che stabilizza l’aria che fluisce nel motore, permettendo un’iniezione di carburante più precisa e un abbattimento delle emissioni.

Nel mondo sono quasi 11 milioni i veicoli coinvolti, di cui 500.000 negli Usa. La fix europea, per lo più basata su software, appare più semplice del previsto e dovrebbe ridurre drasticamente i costi dell’operazione per Volkswagen (500 milioni di euro circa, calcola Ferdinand Dudenhöffer, dell’Università di Duisburg-Essen, contro gli oltre 6 miliardi paventati), ma non si può applicare ai veicoli immatricolati negli Usa, ha chiarito la stessa Volkswagen, che sta trattando con le autorità americane per capire come mettere in regola le auto coinvolte anche su questo mercato.

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