Gianluca Vialli: “Grazie al digitale il calcio rinascerà”

L’ex calciatore di Sampdoria, Juventus e Chelsea spiega la sua partecipazione a “Tifosy”, piattaforma di crowdfunding per i progetti delle società, e spiega: “Con il Web nuove possibilità per far sviluppare e crescere questo sport”

Pubblicato il 16 Dic 2015

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Senza un rapporto più stretto tra società calcistiche e tifosi il calcio rischia di perdere l’appeal che si è conquistato e l’ha portato a essere lo sport più seguito al mondo, e di rimanere impantanato tra difficoltà finanziarie e appannamenti d’immagine. Tra i mezzi più promettenti per rinsaldare questo legame il Web e il digitale hanno e avranno sempre più un ruolo di primo piano. Così Gianluca Vialli, ex calciatore e stella di Sampdoria, Juventus e Chelsea, oltre che della nazionale italiana, ha illustrato in un’intervista a The digital post la sua decisione di entrare in “Tifosy”, la piattaforma di crowdfunding attraverso la quale i tifosi possono partecipare con il proprio contributo alla gestione della loro squadra del cuore.

“Lo scopo di Tifosy – spiega Vialli – è di liberare il grande potenziale che potrebbe scaturire dalla collaborazione tra tifosi e società. L’idea non è stata mia, ho incontrato il management della società l’anno scorso e mi sono convinto che questa potrebbe essere una strada per migliorare il calcio, e ho voluto farne parte”.

Il ragionamento dei fondatori di Tifosy parte dal fatto che il calcio non è più soltanto uno sport, ma è sempre più un business: “Ciò che speriamo di riuscire a fare – prosegue Vialli – è la “sostenibilità” del business dei club di calcio. Pensiamo di riuscirci aiutando le società a ottenere le risorse finanziarie di cui hanno bisogno per gli investimenti futuri, dalle attrezzature per gli allenamenti alle ristrutturazioni dello stadio, che potrebbero migliorare le prestazioni della squadra sul campo o semplicemente essere utili per ottenere risultati commerciali. Una società di calcio gestita bene – sottolinea – ha bisogno di un bilancio sano, di non avere debiti ed essere autosufficiente”.

Ma non esisterebbe crowfunding senza un rapporto stretto e “fiduciario” tra società e tifosi: “Sono convinto che i club debbano imparare a dare ascolto ai loro tifosi – aggiunge Vialli – se lo faranno, e sapranno guadagnare la fedeltà e la fiducia delle persone, i fan saranno sempre pronti ad aiutare quando ce ne sarà bisogno”.

Le opportunità aperte dal digitale raggiungere questo obiettivo non possono essere sottovalutate: “Le società devono imparare a considerare i tifosi non soltanto come numeri, su una pagina Web o davanti a un tornello – conclude Vialli – I fan vogliono essere partner del club: questo vuol dire anche essere aperti e trasparenti su come la società viene gestita. Internet dà ai club gli strumenti di cui hanno bisogno per stabilire questo dialogo, coinvolgendo i tifosi nella gestione della società, e chiedendo il loro aiuto quando ce n’è bisogno. Se si guarda al mercato dello sport negli Sati Uniti, loro sono già molto avanti rispetto a noi sull’utilizzo del digitale per migliorare e rendere più intenso il rapporto con i fan”.

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