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Crowdfunding, svolta Consob: costi ridotti e norme semplici

Approvata la riforma del regolamento per la raccolta di capitali di rischio tramite portali online. Obiettivo: ampliare la platea degli investitori. Ammessi alla sottoscrizione di quote anche i finanziatori “professionali su richiesta” e quelli “a supporto dell’innovazione”

Pubblicato il 26 Feb 2016

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“Porre i presupposti per lo sviluppo dell’equity crowdfunding come canale di finanziamento dell’innovazione, in alternativa agli strumenti tradizionali di erogazione del credito”. Così Consob descrive la riforma del regolamento sull’equity crowdfunding, cioè la raccolta di capitali di rischio tramite portali online, appena approvata “al termine di due fasi di consultazione con il mercato”. Le nuove regole, sottolinea Consob, “semplificano la disciplina, puntando a ridurre i costi di raccolta e ad ampliare la platea dei soggetti che possono contribuire a finanziare i progetti d’impresa innovativi“.

Tra le novità principali, spiega l’authority, “c’è la semplificazione della procedura. Le verifiche di appropriatezza dell’investimento rispetto alle conoscenze e all’esperienza dell’investitore potranno d’ora in poi essere fatte dagli stessi gestori dei portali, purché risultino dotati di requisiti adeguati. Con ciò i gestori possono subentrare nel ruolo finora svolto dalle banche”.

È stato ampliato, sottolinea la Consob, “il novero dei soggetti legittimati a sottoscrivere una quota dell’offerta in qualità di investitori professionali. Sono state ammesse, infatti, due nuove categorie: gli ‘investitori professionali su richiesta‘, così come definiti dalla disciplina europea sulla prestazione dei servizi di investimento (Mifid), e gli ‘investitori a supporto dell’innovazione’, identificati dalla Consob sulla base di criteri oggettivi”.

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