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Pansa: “Cybersecurity grande sfida dei nostri giorni”

Il Capo della Polizia: “Sicurezza informatica non riguarda solo sistemi IT ma l’intero campionario del crimine”. Asse Italia-Usa contro gli hacker: l’8 aprile incontro tra il Cini e le agenzie federali statunitensi

Pubblicato il 04 Apr 2016

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“Senza trascurare minimamente i temi della lotta alla criminalità organizzata, della sicurezza urbana, della tutela dell’ordine pubblico e della lotta al terrorismo, sia esso interno o internazionale, la grande sfida dei nostri giorni è la cyber security”. Lo ha sottolineato il capo della Polizia Alessandro Pansa nel corso del suo intervento all’inaugurazione dell’anno accademico della Scuola di Polizia, ricordando che il settore “non è semplicemente specialistico, cioè attiene alla sicurezza dei sistemi informatici e telematici che oggi governano gran parte della nostra vita pubblica e privata, ma interessa l’intero campionario del crimine”.

La cyber security, infatti, “riguarda tutti i tipi di criminalità in quanto gli strumenti telematici hanno ampliato a dismisura la cassetta degli attrezzi del delinquente: dal ladro, che ricorre all’elettronica per disattivare gli antifurto di auto ed abitazioni, al molestatore seriale, che usa la rete come un maglio devastante contro la privacy di qualsiasi cittadino; dal terrorista militante, che terrorizza il mondo intero con sofisticate tecniche di comunicazione, al truffatore che spilla soldi attraverso tecniche di ingegneria sociale sia a giovani che ad anziani”.

Intanto si rafforza la collaborazione tra Italia e Usa. Il laboratorio nazionale di cyber security del Cini incontrerà a Washington il prossimo 8 aprile esponenti della Casa Bianca e delle agenzie federali statunitensi, inclusa la National Security Agency (Nsa).

La delegazione sarà composta dal professor Roberto Baldoni, direttore del laboratorio nazionale di cyber security del Cini, e dal professor Paolo Prinetto (presidente Cini).

L’incontro prevede la presentazione delle attività del laboratorio, del piano strategico Italiano e degli Stati Uniti e l’individuazione di aree di collaborazione a breve, medio e lungo termine in linea con il recente piano di ricerca e sviluppo relativo alla cyber security presentato da questi ultimi.

Il Laboratorio nazionale di cyber security del Cini nasce nel 2014 e vede la partecipazione di esperti appartenenti ai diversi domini della sicurezza cibernetica, provenienti da 34 università italiane.

Tra le aree di potenziale collaborazione: governance della cyber security, cyber intelligence per contrasto antiterroristico, i poligoni di addestramento cyber, sistemi per la scoperta di malware, la protezione delle infrastrutture critiche e delle catene di approvvigionamento nelle filiere nazionali.

Un rafforzamento della difesa del cyberspace nazionale – spiega Baldoni – passa attraverso una serie di collaborazioni con i più importanti attori internazionali del settore. Questo incontro è un passo di crescita rilevante per la comunità cyber italiana nel campo della ricerca e sviluppo. Il primo ministro Matteo Renzi ha mostrato grande sensibilità per il settore stanziando risorse nella legge di stabilità 2016. Questi soldi, tuttavia, appaiono essere ancora sotto il blocco di Bruxelles legato allo sforamento del 3% del rapporto deficit/pil. Speriamo – conclude il docente – che presto siano messe a disposizione del sistema paese, poiché un’Italia più forte da punto di vista delle difese cibernetiche e delle capacità di intelligence sul web rende più forte il sistema Europa rispetto ad attacchi informatici e per la prevenzione di quelli terroristici”.

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