PUNTI DI VISTA

Self driving car, svolta digitale per le assicurazioni

L’installazione a bordo dei sensori rileva-incidente determinerà l’inizio di un percorso rivoluzionario per le offerte di polizze. Tutele anche per gli sviluppatori di software

Pubblicato il 11 Apr 2016

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Nove milioni di polizze telematiche – oltre un veicolo assicurato su 4 – e una raccolta complessiva di oltre 3 miliardi € l’anno. Nel 2020 saranno questi numeri che delineeranno il perimetro dell’Insurance telematics automotive in Italia, ovvero del business assicurativo che ruota attorno all’applicazione di device tecnologici sulle auto. Se si pensa, però, che questi numeri possano rappresentare il punto di arrivo di un percorso di innovazione, ci si sbaglia di grosso. Sono il punto di partenza. All’orizzonte, infatti, c’è una vera rivoluzione che interesserà il mondo delle assicurazioni, e anche quello degli stessi produttori di autoveicoli.

L’accelerazione arriverà nel 2018, quando su tutti i nuovi modelli di autovetture dovranno essere installati dei dispositivi in grado di rilevare gli incidenti di particolare gravità – tramite sensori analoghi a quelli che oggi attivano gli airbag – e chiamare automaticamente i soccorsi (112) attraverso un sistema vivavoce. A stabilirlo, la normativa europea e-call. L’introduzione di questi dispositivi “nativi” spingerà i costruttori auto a investire sui servizi telematici di bordo: pertanto, oltre all’assistenza in caso di incidente, le case costruttrici potranno erogare servizi di geo-localizzazione – quali ad esempio la ricerca del parcheggio più vicino – di controllo remoto dello stato del veicolo e di prevenzione dei guasti, oltre a raccogliere volumi sempre crescenti di dati per profilare i clienti in base allo stile di guida. Tali dati saranno materiale preziosissimo per i player assicurativi, che potranno sviluppare nuove offerte utilizzando i dati forniti direttamente dalle case auto. Se aggiungiamo a tutto questo il fatto che, intorno al 2025, sono attese sul mercato le prime self-driving car, le auto che si guidano da sole, questo scenario conoscerà un’accelerazione ulteriore. E, della partita, faranno parte anche i produttori dei software che governeranno queste auto. Perciò saranno necessari nuovi strumenti assicurativi capaci di tutelare – oltre al proprietario della vettura – anche i produttori e gli sviluppatori di software stessi.

Attualmente l’Italia è il primo mercato in Europa per polizze Rca telematiche, con circa 4,5 milioni di scatole nere installate sulle auto (dato di fine 2015). Le prime installazioni risalgono a metà degli anni 2000, ma è nell’ultimo triennio che i volumi sono cresciuti esponenzialmente (quadruplicando dal 2012). L’applicazione di sconti anche molto incisivi (in taluni casi fino al 25 – 30% sul premio totale) ha permesso alle compagnie di acquisire un numero crescente di clienti. Inoltre, l’evoluzione del contesto normativo – attraverso il ddl Concorrenza in discussione in questi giorni – dovrebbe ulteriormente sostenere la domanda di polizze telematiche, prevedendo degli sconti sulla polizza Rca legati all’installazione della scatola nera. Al consolidamento di questo mercato si sta accompagnando lo studio di modelli di tariffazione comportamentale sempre più evoluti e si stanno iniziando a esplorare le opportunità date dalla ricostruzione telematica dei sinistri, dove esiste un importante potenziale di miglioramento tecnico rispetto al tradizionale modello di liquidazione.

E l’auto non sarà il solo campo di utilizzo in ambito assicurativo; seppur con ritmi diversi, sta partendo lo sviluppo dell’insurance telematics nel mondo abitazione e salute, con prospettive ancora da delineare ma potenzialmente molto interessanti.

Per il mondo assicurativo, quella imposta dall’innovazione, rappresenta una sfida cruciale. I big data, e le loro piattaforme di gestione, saranno il terreno sul quale si svilupperà la competizione, assieme al bouquet di servizi che – sempre in chiave digitale – i player del settore saranno in grado di fornire ai loro clienti.

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