ANTITRUST

Google & co, per l’Europa un “tesoretto” che vale la Grecia

Il motore rischia una multa da 7 miliardi. Ancora aperto il dossier Amazon sugli e-book e non si escludono indagini su Uber e Netflix. Un “patrimonio” in multe quantificato per decine di miliardi. Ma si rischia l’effetto boomerang

Pubblicato il 20 Apr 2016

Patrizia Licata

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Ad un anno dall’apertura del “fascicolo” su Google, l’Europa ha concluso che il colosso americano abusa di posizione dominante nell’Internet search, nei sistemi operativi mobili e app store per il sistema operativo Android. Stando alle rilevazioni dell’Ue, Google detiene oltre il 90% di marketshare in tutte e tre le aree di azione e ora rischia una multa pari al 10% dei suoi utili 2015, ovvero oltre 7 miliardi di dollari.

I regolatori antitrust europei da anni vigilano con severità sulla libera concorrenza sul mercato Ue. Quando Microsoft dominava i sistemi operativi per computer, l’Unione europea ha pressato in ogni modo l’azienda perché non lasciava sufficiente libertà di scegliere il web browser (imponendo un collegamento tra Internet Explorer e Windows) e per l’abuso di posizione dominante nei sistemi operativi e ha multato il colosso di Bill Gates per un totale di 2,2 miliardi di euro tra il 2004 e il 2013.

Ancora, quando Intel era l’unico player di rilievo nei microchip, l’Ue ha aperto un’inchiesta su possibile monopolio di mercato nei processori x86 e ha imposto multe per 1,2 miliardi di dollari nel 2014. Intel avrebbe impedito la competizione grazie a ribassi verso i produttori di computer fra il 2002 e il 2005, così da vendere a questi produttori fino al 95% dei suoi chip per Pc.

Ancora aperto il fascicolo su Amazon, oggetto di un’inchiesta per il controllo del mercato e-book tramite lo store Kindle. Per la responsabile Ue alla concorrenza, Margrethe Vestager, esiste un possibile abuso di posizione dominante sul mercato degli e-book per via degli accordi stipulati da Amazon con gli editori che fra l’altro prescrivono l’obbligo di informare il gruppo di Jeff Bezos qualora società concorrenti offrano condizioni alternative o migliori.

Gli osservatori Usa, che leggono in queste manovre non la difesa del pluralismo sul mercato ma un preciso attacco ai colossi a stelle e strisce, non si stupirebbero se l’Europa partisse presto alla carica di Uber e Netflix. E c’è chi sostiene che per l’Europa gli Ott americani valgono un “tesoretto” che sarebbe in grado di risolvere la questione Grecia.

Secondo i critici, l’Ue sbaglia target: non solo, come nota oggi MarketWatch, i business del web nascono e muoiono più velocemente di quelli del mondo offline, e Google potrebbe presto trovarsi soppiantata da un’azienda più innovativa, per esempio capace di rendere più efficiente la ricerca tramite i social media; il vero problema dell’Europa sarebbe la sua incapacità di far nascere e crescere colossi hitech propri, anche per un approccio “statalista, basato sui sussidi pubblici”, scrive MarketWatch, che ci renderebbe meno competitivi.

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