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Delrio: “E’ tempo di connettere l’Italia, basta indugi”

Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti sull’Alta Velocità: “L’investimento è stato molto importante per il traffico passeggeri, ma ha più senso se ci vanno anche le merci.
È una rivoluzione della normalità”

Pubblicato il 25 Mag 2016

F.Me

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“Connettere l’Italia è un problema serio. Per troppo tempo si è rinviata questa discussione. Oggi con il nuovo codice degli appalti e la fine della legge obiettivo ci siamo dati degli strumenti utili per lavorare bene e capire quali sono le reali necessità che servono al paese“. Così il ministro alle Infrastrutture e Trasporti, Graziano Delrio, intervenuto oggi a Forum PA 2016 durante il convegno “Connettere l’Italia”.

“Ora però bisogna che soggetti pubblici e privati operino di concerto per individuare quali sono le opere indispensabili su cui destinare le risorse disponibili. Se ognuno continua ad agire separato dagli altri il sistema non funziona e rischiamo di rimanere indietro ancora per molto tempo”. Proprio sulla questione del tempo Delrio si è soffermato a più riprese durante il suo intervento, precisando come costruire nuove opere o ammodernare quelle esistenti richieda uno sforzo che si traduce in anni, con il risultato di essere percepite negativamente dalle comunità e dalle imprese. Per lungo tempo siamo stati un Paese inefficace nelle esecuzioni dei lavori. Ora le infrastrutture che andranno a gare saranno solo quelle che avranno un buon progetto, costi equi ma soprattutto che abbiano un’utilità concreta. Penso alla cura del ferro che ci siamo imposti con Il Governo: nel 2018 dobbiamo far partire il traffico merci sull’Alta velocità. L’investimento è stato molto importante per il traffico passeggeri, ma ha più senso se ci vanno anche le merci, visto che per dieci, dodici ore non lo stiamo usando. È una rivoluzione della normalità”.

Una normalità che però, secondo Maurizio Bernava, Segretario confederale dipartimento Pubblico Impiego e politiche sociali della Cisl necessita di uno snellimento del lavoro della pubblica amministrazione. Questa svolta che il Governo sta imprimendo sulla programmazione è positiva perché coniuga i fabbisogni del Paese con gli investimenti pubblici disponibili. C’è però un problema. Molte amministrazioni sono in difficoltà con il recepire il nuovo codice degli appalti e questo perché esiste un problema culturale legato al fatto che il nostro modello amministrativo è ancora tarato su una logica del passato in cui prima si progettava, poi si stabiliva la spesa e alla fine ci si relazionava con il territorio. Dobbiamo lavorare per superare questo deficit di governance”.

Sull’importanza dei controlli e della trasparenza è invece intervenuta Isabella Mori, Responsabile politiche per la trasparenza – Cittadinanzattiva che ha ricordato al ministro Delrio come proprio Cittadinanza attiva abbia appuntato delle osservazioni sul nuovo codice degli appalti, precisando come la possibilità dei cittadini di intervenire sulle scelte delle opere e sul controllo dei lavori vada sempre più potenziato. “Quanto previsto in merito alla partecipazione nelle scelte va nella direzione giusta. I cittadini devono essere degli osservatori attenti il cui parere, anche se non vincolante, non deve passare in secondo piano. Spero che questa partecipazione non sia solo formale ma si sostanzi in atti concreti”.

Di tutt’altro tenore l’intervento dell’imprenditrice Maria Letizia Gardoni, Presidente Nazionale – Coldiretti Giovani Impresa, che si è focalizzata sulla necessità di realizzare non tanto grandi opere infrastrutturali ma opere indispensabili per connettere territori impervi dove spesso si trovano aziende agricole che producono ricchezza ma che con difficoltà riescono ad esportare. “Una difficoltà legata alla mobilità, ma anche al digital divide. Servono opere che connettano le comunità con i loro tessuti socio economici. Non si può ragionare di urbano e tessuto rurale, ma di territori che hanno la necessità di svilupparsi e per farlo devono scegliere la strada della sostenibilità e dell’innovazione”.

Un passaggio, quello della necessita di puntare sull’innovazione e la digitalizzazione della pubblica amministrazione, condiviso anche da Alessio Gramolati, Responsabile coordinamento politiche Industriali – Cgil Nazionale e Nereo Marcucci, presidente di Confetra (Confederazione generale italiana dei trasporti e della logistica). Per entrambi infatti il risultato che si produce è un risparmio di tempo e quindi un minor spreco di risorse.

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