SCENARI

Quanto cresce il Web? Gli esperti: “Non riusciamo più a capirlo”

Il progressivo esaurimento degli indirizzi Ipv4 e la migrazione verso l’Ipv6 ha messo in seria difficoltà le misurazioni. L’allarme di Akamai e del Mit: “Senza nuove metriche, non sapremo quanto è grande Internet”

Pubblicato il 19 Set 2016

Patrizia Licata

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L’esaurimento degli indirizzi IPv4 rende sempre più difficile misurare le dimensioni di Internet, anche con l’accelerazione dell’adozione di indirizzi IPv6. Lo sostiene uno studio Akamai condotto col MIT.

Oggi il web è diventato un sistema complesso che include indirizzi su IPv6 e altri ancora attivi esclusivamente su IPv4. Infatti, anche se l’attività IPv6 è raddoppiata nel 2015 (si contavano 400 milioni di indirizzi alla fine dell’anno scorso), la grande maggioranza degli utenti del web è ancora su indirizzi IPv4 (1,2 miliardi di indirizzi unici a fine 2015).

Akamai e MIT affermano che lo spazio per gli indirizzi IPv4 si è avvicinato alla saturazione nel 2014 e ora la crescita del numero di nuovi indirizzi nel vecchio protocollo è ferma. “Dopo molti anni di crescita costante, abbiamo rilevato una stagnazione nel numero di indirizzi IPv4 attivi a inizio 2014″, scrivono gli autori dello studio. “Di conseguenza, il conteggio degli indirizzi IPv4 attivi resta uguale”. Tuttavia, Internet è in crescita, dunque contare gli indirizzi IPv4 non basta più per definire e misurare questa espansione e questo accade perché, spiegano gli esperti, “anche se il numero di indirizzi attivi IPv4 resta uguale, il set di indirizzi attivi IPv4 cambia in continuazione: c’è un churn alto e costante. Nell’attività giornaliera, noi abbiamo notato che circa il 7% degli indirizzi IPv4 che contattano la rete che distribuisce i contenuti (CDN) cambia”.

Insomma, il numero totale di indirizzi sul vecchio protocollo è uguale, ma “la popolazione di indirizzi IPv4 non è affatto costante”: quasi un quarto della popolazione attiva di indirizzi IPv4 è cambiata nell’ultimo anno.

Perciò diventa essenziale aggiornare gli strumenti di misurazione delle dimensioni del web basati sugli indirizzi. Gli indirizzi sono importanti non solo per consentire a Isp e regolatori di fare pianificazione, dicono da Akamai e MIT, ma per attività come la geolocalizzazione o il network troubleshooting.

Altro nodo evidenziato dallo studio è quello degli indirizzi statici IPv4: uno spreco di risorse, dicono gli esperti. “Abbiamo scoperto che in oltre il 75% dei gruppi di indirizzi assegnati staticamente meno di un quarto degli indirizzi contenuti sono attivi. Al contrario, la maggior parte dei gruppi di indirizzi dinamici ha attività su tutti i suoi indirizzi Ip”. Si tratta di ampio spazio non utilizzato e recuperabile.

“Questa è una nuova era per Internet“, concludono gli autori, “in cui la crescita non si può più misurare contando gli indirizzi IPv4 attivi. Per affrontare la carenza di spazi IPv4 si devono adottare meccanismi diversi: il nostro studio mostra quali sono le aree in cui si può migliorare”.

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