Ict, Italia sotto la media Ue. La ripresa solo dopo il 2011

Secondo le stime di Eito il ritorno al segno più arriverà più tardi rispetto alle economie avanzate. Radaelli (Anie-Anitec): “Servono soluzioni strutturali per il rilancio”. Lamborgini (Eito): “Imprese e PA stimolino gli investimenti”

Pubblicato il 07 Lug 2010

"Se non si interverrà subito e con soluzioni strutturali per
rilanciare la domanda di Ict e per incoraggiare lo sviluppo
infrastrutturale il gap di crescita del nostro mercato rispetto
all’Europa e al mondo continuerà ad ampliarsi sempre di più”.
A lanciare l'allarme è Cristiano Radaelli,
Vice Presidente dell'Anitec,
l'Associazione nazionale Industrie Informatica,
Telecomunicazioni ed Elettronica di consumo aderente a
Confindustria Anie che oggi ha presentato i dati
del Rapporto Eito.

“Affinché l’industria italiana dell’Ict possa mantenersi
competitiva nei prossimi anni – continua Radaelli – è
improrogabile la definizione di un piano nazionale di investimenti
allineato con le direttive europee e la sua realizzazione entro i
prossimi 3-5 anni".

Secondo l’European
Information Technology Observatory se il 2009 resterà nella
storia in qualità in qualità di anno dell'apice della crisi,
il 2010 non sarà un anno positivo: il mercato italiano
dell’informatica, delle telecomunicazioni e dell’elettronica
d'intrattenimento digitale subirà nell’aggregato in Italia
ancora una lieve flessione (-1,9%), attestandosi a quota 67,5
miliardi di euro. E anche nel 2011 la curva sarà in discesa: è
previsto un ulteriore decremento, sebbene di dimensioni più
contenute (-0,7%), non in linea con la media europea. l'Eito
stima infatti un recupero (+1,3%) dopo le flessioni registrate nel
biennio precedente (-3,9% nel 2009; -0,6% nel 2010).

In Italia la flessione più marcata riguarderà l’elettronica di
consumo (-4,3%), seguita dall’informatica (-3%) e dalle
telecomunicazioni (-0,8%).

"È fondamentale che anche in Italia le imprese e le
amministrazioni pubbliche stimolino una ripresa degli investimenti
in nuovi sistemi IT e in reti digitali, come sta avvenendo negli
altri Paesi europei – commenta Bruno Lamborghini,
Presidente Eito
– La competitività del Paese è
strettamente dipendente dalla capacità di sfruttare tutte le
opportunità che provengono dall’applicazione intensiva delle
nuove tecnologie digitali".

TELECOMUNICAZIONI
Nel biennio 2010-2011 l'andamento arà disallineato per
macro-aree: in recupero la componente servizi (-0,5% nel 2010;
+1,1% nel 2011); in perdurante debolezza gli investimenti in
apparati (-2,4% nel 2010; -1,1% nel 2011).
Sul fronte industriale le imprese fornitrici di apparati e sistemi
per comunicazioni continuano a soffrire in Italia delle forti
debolezze della domanda interna, causa il ripetuto rinvio degli
investimenti nelle reti e nelle infrastrutture per comunicazioni.
Nel biennio 2008-2009 il settore ha sofferto una drastica riduzione
del volume di affari. Il calo occupazionale, solo considerando gli
addetti diretti, è risultato pari a 1.600 unità. Se si calcola
l’indotto questa cifra sale a 4.000 posti di lavoro.

INFORMATICA
Nel 2011 riprenderà a crescere anche in Italia (+1,1%) dopo la
flessione registrata nel 2009 (-7,2%) e prevista per il 2010
(-3,0%). Le analisi confermano tuttavia l’ampliamento del gap di
crescita dell’Italia rispetto alla media europea. In Europa
infatti al lieve recupero dell’IT atteso per il 2010 (+0,2%)
dovrebbe seguire un irrobustimento della ripresa nel 2011
(+3,5%).

ELETTRONICA DI CONSUMO
Nel 2011 è previsto un nuovo arretramento (-17,3%; -5,1% nel 2009
e -4,3% nel 2010). Nel 2009 il passaggio dal tradizionale segnale
televisivo analogico alle tecnologie legate alla fruizione della TV
digitale ha fornito parziale sostegno alla crescita di comparto –
televisori (+17%) e decoder (+132%) – in controtendenza alle
perdite che hanno interessato gran parte delle restanti categorie
merceologiche.

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