La prova digitale, per gli avvocati un aumento di lavoro

Secondo una ricerca Symantec i professionisti europei del foro ritardano le cause per difficoltà nella gestione dei dati elettronici. La soluzione? Le piattaforme di e-discovery

Pubblicato il 09 Set 2010

Troppe informazioni digitali. E gli avvocato europei si trovano in
difficoltà a gestirle. A scattare la fotografia una ricerca
condotta da Symantec su 5mila avvocati operanti in Europa da cui
emerge che i professionisti del settore giuridico riscontrano una
grande difficoltà nel gestire l’ingente quantitativo di
informazioni archiviate elettronicamente che oggi rappresentano una
prova legale a tutti gli effetti.

Gli intervistati hanno tutti dichiarato di aver perso tempo o
comunque ritardato una causa negli ultimi due anni, o di essere
stati sanzionati da parte del tribunale perché non sono stati in
grado di individuare e fornire le cosiddette Electronically Stored
Information (Esi), ovvero le prove archiviate elettronicamente.
Inoltre più della metà degli intervistati (51%) ha ammesso di
aver avuto problemi ad identificare e recuperare le prove
archiviate elettronicamente (procedimento conosciuto anche come
e-discovery) negli ultimi tre mesi.

La ricerca evidenzia inoltre che se da una parte la scarsa
disponibilità di “prove digitali” può intralciare i
procedimenti legali, dall’altra la capacità della tecnologia di
identificare e raccogliere informazioni rilevanti tra milioni di
file elettronici ha avuto un impatto estremamente positivo in
numerosi casi nella regione Emea. Il 98% dei legali intervistati ha
dichiarato che le “prove digitali” recuperate nel processo di
e-discovery si sono rivelate essenziali per il successo dei
procedimenti legali in cui sono stati coinvolti negli ultimi due
anni.

Per quanto riguarda invece la percezione del successo delle
attività di ricerca tramite e-discovery applicata alla crescente
quantità di Esi, lo studio rivela un potenziale distacco tra la
preparazione percepita e le reali capacità. Più del 69% degli
intervistati ha dichiarato di essere “molto preparato” nel
recuperare gli Esi relativi a cause importanti o a problematiche di
conformità. Eppure, il 60% degli intervistati ha anche ammesso di
aver incontrato delle difficoltà con la quantità di informazioni
che ha dovuto ricercare; il 29% si è lamentato di non aver avuto
abbastanza tempo per condurre indagini accurate; e il 24% ha
dichiarato la carenza di una tecnologia sufficientemente
sofisticata di E-Discovery per effettuare una ricerca efficace.

Quando è stato chiesto agli avvocati che tipo di aiuto si
aspettavano, il 57% ha richiesto specificatamente “miglioramenti
nella tecnologia di ricerca usata per individuare, conservare e
processare le Esi” attraverso misure quali una nuova legislazione
che regolamenti la presentazione delle prove in formato digitale o
collaborazioni internazionali più forti.

“Mettere insieme delle prove rilevanti per vincere una causa era
decisamente difficile quando bisognava spulciare pazientemente
centinaia se non migliaia di documenti cartacei – spiega Sharon
White, Product Marketing Manager di Symantec – l’aumento dei dati
elettronici implica che oggi gli investigatori hanno a che fare con
milioni di file. La nostra ricerca evidenzia che nonostante i
legali si sentano preparati, il fatto che abbiano tutti perso delle
cause o dei processi a causa della difficoltà nel recupero di
“prove digitali” dimostra la necessità di dover fare di più
per ottenere risultati positivi nei procedimenti legali. La buona
notizia è che i legali riconoscono come la tecnologia di
E-Discovery permetta di trovare una “prova digitale” in maniera
efficiente, veloce e soprattutto gestibile”.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati