Cloud travolgente, arriva la rivoluzione 3.0

Dal convegno del Corriere delle Comunicazioni emerge che anche l’Italia è pronta al cambio di passo dell’informatica. Sacco (EmtER Bocconi): “Processo inarrestabile, la sua forza è il prezzo”

Pubblicato il 22 Set 2010

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Altro che vaporeware. Il cloud computing è una rivoluzione vera
che sta alla vecchia informatica come la carrozza trainata dai
cavalli sta a una Ferrari. Lo ha ricordato Francesco
Sacco
(scarica
qui la relazione), professore di Strategia aziendale presso
l'Università dell'Insubria e Managing Director del Centro
di ricerca EmtER della Bocconi, nello scenario che ha introdotto la
vivace tavola rotonda organizzata ieri a Milano del Corriere delle
Comunicazioni alla presenza di un centinaio di persone che
affollavano la sala: "Un processio inarrestabile – ha detto
Sacco – e la sua forza è nel prezzo"..

Già consolidato nel mondo consumer (leggi Facebook, Twitter, le
Google apps), il paradigma cloud è destinato a investire anche il
mondo delle imprese, nonostante i molti gli ostacoli ancora da
superare affinché le sue potenzialità vengano davvero sfruttate.
Il cloud è infatti già nell’agenda dei Cio delle top 500
aziende a livello mondiale, secondo una recente survey riportata da
Sacco.

Mentre,sul versante offerta, vede investimenti milionari in
acquisizioni di aziende di nicchia ma critiche, come ha confermato
Vito Carlucci senior Technical Consulting Emc
Emea, ricordando gli investimenti della sua azienda per completare
l’offerta in area virtualizzazione e cloud. “Il futuro del data
center sarà sul cloud”, ha sostenuto, ponendo fra le condizioni
l‘adeguamento delle attuali architetture It aziendali.

Il cloud è “inevitabile” per le start-up. “Senza il cloud
non saremmo mai nati”, ha ricordato Piero
Rivizzigno
, Ceo di Glossom, market place internazionale
per creativi. “Senza la flessibilità del cloud il costo
dell’infrastruttura non sarebbe sostenibile”, ha affermato
Fabio Pirovano di Docebo, che opera all’ambito
dell’e-learning, un settore con elevata stagionalità.

Non sono però solo le start up a trarre vantaggio dal cloud se un
player britannico come Royal Mail Group, non ha esitato mettere in
campo un progetto cloud per ridurre i dei costi e, soprattutto per
assicurarsi la flessibilità necessaria per poter supportare
l’espansione e la diversificazione in nuove aree di business
basate su web, come ha ricordato Marco Boano,
vicepresident Technology Services Capgemini Italia.
“E’ però impensabile che una banca sposti su un cloud pubblico
i suoi dati riservati o che una telco ci metta il suo billing”,
hanno obiettato dal pubblico. Non sono certo queste le aree in cui
il cloud dà il meglio di sé per le imprese medio grandi;
preferibile puntare, per ora, su collaboration, integrazione dei
partner e di nuove aziende acquisite, il social networking,
l’apertura di nuove aree di business…
Per cogliere però questi vantaggi vanno superate resistenze di
tipo culturale e psicologico. “Molti Cio considerano il cloud una
minaccia per il proprio ruolo, senza pensare che l’hanno già
perso se si limitano ad amministrare il budget per sostituire
l’hardware”, ha sottolineato Antonio
Baldassarra
, ceo di Seeweb. Sulla stessa lunghezza
d’onda Marco Maffè di T-Systems (scarica
qui la relazione) che ha ricordato come la sfida non sia
tecnologica: “I Cio che gestiscono un budget come strumento di
potere, potranno, grazie al cloud trasformarsi in uomini di
business, capaci di allineare l’infrastruttura alle esigenze
aziendali”. Maurizio Martinozzi, manager Sales
Engineering di Trend Micro Italy ha confermato la necessità di
superare gli alibi tecnologici, come la sicurezza, che in the cloud
può essere gestita in modo altrettanto adeguato che nel mondo
tradizionale.

Meglio concentrasi sugli ostacoli reali: la quantità e la
diffusione della banda nel nostro paese e l’inadeguatezza di
modelli contrattuali stile Google o Facebook che, se possono essere
accettabili per i singoli, non sono adeguati per il business. O
ancora, la difficoltà di ritornare sui propri passi, come ha
evidenziato Carlo Caifa del Club Ti di Milano,
sulla base della sua esperienza di Cio: “Recuperare i propri dati
se si è fatta la scelta di un’applicazione critica on the cloud
non è affatto semplice, anche a causa della non standardizzazione
dei formati”.

Ma nonostante le criticità emerse, il cloud è già qui, pronto a
mettere in discussione l’IT e il web, come fino ad ora li abbiamo
pensati. E una delle scintille della rivoluzione sarà la
mobilità, come ha evidenziato Romeo Quartiero,
presidente di DS Group.

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