Il Garante sentinella del web: pronto un pacchetto antipirateria

Nel mirino dell’Authority live-streaming e peer-to-peer. Le misure sono attuative del decreto Romani 2010, che impone restrizioni alla libertà su Internet

Pubblicato il 11 Nov 2010

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Il Garante per le Comunicazioni dichiara guerra ai pirati del web.
L’Agcom si accinge infatti a varare un severo pacchetto di misure
contro la pirateria, sulla scorta del decreto Romani 2010, subito
ribattezzato "censura-internet". La proposta sarà
discussa oggi stesso e successivamente sottoposta  a consultazione
pubblica, perchè chiunque possa proporre aggiustamenti.

Le nuove regole impongono alle società che forniscono l’accesso
a Internet (chiamate Isp) l’obbligo di mettere a disposizione i
dati sui flussi di traffico, in modo da smascherare l’invio
abusivo di programmi. L’utente sarà comunque informato di questo
tipo di controlli, al momento dell’attivazione dell’abbonamento
a Internet, a tutela della sua privacy.

Nel mirino del garante finiscono in particolare la trasmissione in
streaming di film e partite di calcio, anche dal vivo, lo scambio
di file tra privati (il peer-to-peer), nonchè  la catalogazione
dei file che può agevolarne la diffusione gratuita.

A denunciare il sito ‘fuorilegge’ saranno l’autore
dell’opera trafugata, la società che ne detiene i diritti, la
Siae e infine il Nucleo della Finanza specializzato in questi
reati. Dopo la denuncia scatterà la contestazione da parte
dell’Agcom al titolare del sito, che avrà solo 5 giorni per
spedire una memoria difensiva al Garante e attenderne il verdetto.
In mancanza di identificazione del titolare il sito potrà essere
oscurato.

Il Garante avrà anche la possibilità di disporre “la rimozione
selettiva dei contenuti protetti”, il blocco della diretta in
live-streaming e il congelamento delle porte Ip che permettono lo
scambio di file tra gli utenti.
Al vaglio dell’Authority ci sarebbe anche una pratica, ben nota
agli operatori di tlc, che mira a creare degli ‘imbuti’ nella
rete per impedire la trasmissione di grossi file (con film o
canzoni). Salvi invece i social network o quelli come Youtube che
diffondono video amatoriali.

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