E se Facebook facesse la fine di Myspace?

Dopo l’iniezione di 450 milioni di dollari da parte di Goldman Sachs, il valore del social network sale a 50 miliardi di dollari. Troppo? Dipenderà dalla capacità di monetizzare la dote di 500 milioni di iscritti. Wsj: “Per ora l’Ipo non è consigliabile”

Pubblicato il 17 Gen 2011

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Facebook è una bolla? Il termine bolla ha senso oppure no? La
maggior parte delle aziende non raggiunge i suoi obiettivi. Lo
scrive il Wall Street Journal, in un articolo a proposito del
social network e alla luce della sua valutazione di 50 miliardi di
dollari, dopo l’investimento di 450 milioni di dollari da parte
di Goldman Sachs.

“Non c’è nulla di irrazionale nel pensare che Facebook,
partendo dalla sua capacità di generare ricavi da una base di 500
milioni di membri, raggiunga il valore di Google nei prossimi
cinque anni”, scrive il quotidiano finanziario.

Allo stesso tempo, non c’è nulla di irrazionale “nel pensare
che fra cinque anni Facebook abbia fatto al fine di Myspace”,
aggiunge il Wsj. Nessuno può prevedere il futuro, ma il fatto che
Goldman Sachs abbia puntato su Facebook è una variabile importante
perché “Goldman conosce il futuro meglio dei suoi
clienti”.

Il lavoro di Goldman, inoltre, non è quello di valutare il prezzo
futuro di una società, ma il suo prezzo attuale. “Il fatto che
Goldman abbia messo a disposizione dei suoi clienti 1,5 miliardi di
azioni di Facebook, andate a ruba, è un altro segnale
importante”.

Ma che Facebook faccia o meno il suo debutto in Borsa non è certo
una scelta che spetta a Goldman. La decisione spetta a Marc
Zuckerberg, che ha già diverse gatte da pelare, un Ceo giovane
alle prese con pressioni di tutti i tipi. La questione più
importante, secondo il Wsj, sarà “se Facebook sarà capace di
trasformare il gran numero di utenti in denaro sonante, tramite la
pubblicità o qualche altro tipo di introito da inventare.

L’ultima cosa di cui ha bisogno adesso l’azienda è il can can
che produrrebbe la sua Ipo”. Facebook è un’azienda privata e i
suoi proprietari hanno tutti i diritti di decidere chi possa
investire con loro e a quali condizioni. La deicisone di Zuckerberg
è rischiosa, seconda il Wsj: non puntare all’Ipo lascia nelle
sue mani tutti i rischi legati al futuro dell’azienda, che al
contrario sarebbero diluiti sul mercato quotando il titolo in
borsa.

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