Diritto d’autore, Bsa: “Bene la posizione Agcom”

Riscuote il favore della Business Software Alliance la proposta dell’Authority “per disciplinare la procedura per la rimozione dei contenuti illeciti”. Posizioni contrarie, invece, espresse nel documento congiunto che alcune associazioni inviano al presidente Calabrò

Pubblicato il 25 Feb 2011

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È illegale il 49% del software, per un valore di oltre 1.209
milioni di euro, utilizzato in Italia (Idc). Per queste ragioni la
Business Software Alliance Italia "accoglie con favore la
proposta Agcom di disciplinare la procedura per la rimozione dei
contenuti illeciti diffusi in violazione del diritto d’autore,
ritenendo che le misure proposte possano essere una reale risposta
bilanciata e utile a far diminuire i tassi di pirateria
online". Lo ha detto Matteo Mille, presidente
dell'associazione, nel corso della tavola rotonda che si è
tenuta ieri a Roma sul tema “Un diritto d'autore per
tutti”, promossa da Istituto Politiche per l'Innovazione,
Femi (Federazione Italiana Media Indipendenti) e Centro Nexa su
Internet & Società del Politecnico di Torino, che ha aperto il
confronto fra associazioni di categoria, industrie creative e
istituzioni, in merito alle possibili evoluzioni della disciplina a
tutela del diritto d'autore sul web.

Bsa in particolare ha espresso il proprio allineamento rispetto a
quanto proposto da Agcom in termini di campagne informative verso
il pubblico sul corretto utilizzo di internet e dei contenuti che
vi vengono veicolati. In particolare verso i giovani, a partire
dalle strutture educative, ma sensibilizzando anche il mondo delle
aziende, dei professionisti e della Pubblica Amministrazione, oltre
che quello dei consumatori privati.

“E’ nostra convinzione che la maggior parte degli utenti sia
ignara dei rischi che si corrono scaricando o installando software
contraffatti sui propri pc – ha detto Mille -, e sia altresì
ignara dei perversi effetti economici che la pirateria produce
sull’intero sistema economico italiano; è per questo motivo che
BSA sostiene con convinzione la proposta educativa
dell’Autorità”.

Secondo l'associazione l’approccio di base dell’Autorità
è "positivo e bilanciato rispetto ai principi economici,
culturali e sociali che animano i dibattiti sulla Rete. Infatti,
l’intento ispiratore delle nuove discipline non deve essere
quello di colpire direttamente l’utente, bensì quegli operatori
che provocano enormi danni alle industrie dei contenuti digitali e
all’economia nazionale di conseguenza".

Di altro avviso alcune associazioni (Adiconsum, Agorà Digitale,
Altroconsumo, Assonet-Confesercenti, Assoprovider-Confcommercio e
Studio Legale Sarzana e Associati) che hanno presentato a Agcom un
documento congiunto (inviato anche ai Presidenti Camera e Senato e
al Commissario europeo per l’Agenda Digitale) "finalizzato
alla consultazione pubblica relativa al nuovo regolamento sul
diritto d'autore della stessa Autorità per le Garanzie nelle
Comunicazioni".

Il documento contesta il procedimento con cui Agcom interverrebbe
in caso di sospetta violazione del diritto d'autore. In
particolare vengono sollevati " forti dubbi
sull'introduzione dei meccanismi automatici per impedire
l'accesso a siti, blog, testate online o altre fonti
informative che siano solo sospettate di aver violato la disciplina
del diritto d’autore, prescindendo così da qualsiasi requisito
di colpevolezza accertato dell'Autorità giudiziaria. In
pratica, gli utenti potrebbero vedersi in tal modo sbarrato
l’accesso".

Per le associazioni la lettura che l'Agcom propone dei propri
poteri va oltre quanto richiesto dal Decreto Romani e in nome del
diritto d'autore si stravolgono le esigenze di sviluppo e
apertura del patrimonio culturale.

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