L’Ict italiano a +1,3%. Assinform: “Troppo poco”

Al rialzo le stime sul 2011 dopo la flessione dell’1,4% del 2010. Ma aumenta il gap con i Paesi tecnologicamente avanzati. Il presidente Angelucci: “La politica continua a sottovalutare il ruolo dell’innovazione”

Pubblicato il 09 Mar 2011

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La ripresa del mercato dell'Ict italiano c'è, ma è troppo
lenta. Questo in sintesi l'allarme lanciato oggi da Paolo
Angelucci, presidente di Assinform, alla presentazione del Rapporto
Assinform 2011. In particolare, dopo una flessione dell'1,4%
nel 2010, le stime del settore per il 2011 si fermano ad una
crescita dell'1,3%, un'inversione di tendenza insufficiente
per colmare il gap con l'Ue, dove nel 2010 si è registrata una
crescita dell'1,2% nel settore IT, a fronte di un incremento a
livello globale del 4,9%.

“Confermata la risalita del mercato italiano dell’It nel 2010,
trend che troverà ulteriore consolidamento nel corso di
quest’anno. Ma i ritmi sono troppo lenti, sia rispetto alle
necessità di cambiamenti strutturali del Paese, che al gap
d’innovazione che scontiamo a livello internazionale, il quale,
invece, tende ad approfondirsi. Il ricorso all’innovazione
tecnologica continua a rimanere in Italia un fenomeno troppo
limitato dimensionalmente e sottovalutato in ambito politico e nei
circoli decisionali e, perciò, incapace di funzionare, come
avviene nei principali paesi, da leva strategica di crescita e
produttività delle imprese, di efficienza e razionalizzazione
della spesa pubblica”. E’ stato un grido di allarme, quello
lanciato da Paolo Angelucci, presidente di
Assinform nel presentare oggi a Milano l’anticipazione del
Rapporto Assinform 2011, predisposto come sempre con la
collaborazione di NetConsulting, sull’andamento del settore Ict
nel 2010, seguito tuttavia, dall’indicazione di una reale
prospettiva di crescita, qualora vi sia la capacità di valorizzare
il ruolo dell’innovazione nel nostro Paese.

“Si può dare una rapida ed efficace scossa all’economia – ha
continuato Angelucci – puntando a utilizzare l’Ict come fattore
di accelerazione dei processi di sviluppo e modernizzazione, così
come indica l’Agenda digitale europea. Tre gli assi di intervento
prioritari in questa direzione. Creazione di un quadro normativo
incentivante lo sviluppo e l’utilizzo dell’innovazione
finalizzato alle crescita delle imprese, in particolare di quelle
che esportano, centrato sul credito d’imposta per gli
investimenti in ricerca e sviluppo e sulla diminuzione dell’Irap,
a vantaggio per i settori brain intensive come l’Information
Technology, al fine di aumentare l’occupazione qualificata.

Massimo supporto all’implementazione del Cad (Codice
dell’amministrazione digitale), al quale vanno destinate risorse
certe in quanto si tratta di un investimento strategico per
migliorare la qualità e l’efficienza dell’azione pubblica, con
ritorni importanti sulla riduzione della spesa corrente e come
piattaforma per accelerare il processo di digitalizzazione delle
imprese e l’alfabetizzazione digitale dei cittadini.

Sostegno ai processi di aggregazione e innovazione delle Pmi,
protagoniste per oltre il 90% del nostro tessuto produttivo, ma con
oggettive difficoltà a investire in nuove tecnologie. Vanno in
questo senso le reti d’impresa e l’innovazione dei distretti su
cui si sta impegnando il sistema confindustriale, mentre alla parte
pubblica si chiede di supportare questo processo evolutivo
assicurando regole e tempi certi sui pagamenti, lo snellimento
delle procedure e la semplificazione normativa”.

Il confronto internazionale
L’allarme del presidente di Assinform è giustificato dalla
faticosa realtà che vive il settore dell’Ict in Italia, che il
confronto internazionale conferma in modo preoccupante. Nel 2010,
infatti, il mercato mondiale dell’Ict ha ripreso a crescere con
un ritmo tornato ai livelli pre- crisi, passando dal – 1,5% annuo
registrato nel 2009, al + 4,9% del 2010 (It +4,4%, Tlc + 5,1%), a
fronte di una crescita del Pil globale di 5% . In Italia si
conferma l’inversione del trend del mercato Ict, la cui crescita,
tuttavia, permane negativa: -2.5% a fronte del -4,2% del 2009, per
un valore di mercato di 60.230 milioni di euro. Questo andamento è
dovuto principalmente al segmento delle telecomunicazioni che ha
subito un ulteriore decremento di -3% (-2,3% nel 2009), mentre la
domanda di It ha recuperato 6,7 punti percentuali, rispetto al
-8,1% del 2009, con una diminuzione del 1,4% e un valore di 18.430
milioni di euro, dato che conferma il gap dell’Italia rispetto
agli altri maggiori Paesi, il cui mercato, ad eccezione della
Spagna, è tornato a crescere positivamente. Il mercato IT è
cresciuto, infatti, in Germania del + 2,6%, in Francia dell’
1,5%, in UK del +1,3%, a fronte di una media europea di + 1,2%. Nei
Paesi extraeuropei il mercato IT è cresciuto in Usa del + 5,1%,
mentre in Giappone l’incremento si è attestato a 0,9%.

La crescita dell’ hardware e delle
infrastrutture

La relativa ripresa del mercato italiano dell’IT è fortemente
caratterizzata da una sostanziale novità: l’accentuato risveglio
della domanda di tutte le componenti tecnologiche dell’It, e in
particolare dell’hardware che, dopo anni di costante calo, nel
2010 ha messo a segno una crescita di + 2,8%, con un recupero di
ben 17,6 punti percentuali rispetto all’anno precedente chiuso
con una perdita di – 14,8%.

La dinamica dei grandi server (Sistemi High End), la cui domanda è
cresciuta del 18,4%, indica che molte imprese, soprattutto di
dimensioni medio grandi, hanno avviato processi di rinnovamento del
proprio parco tecnologico. Questo dato si riflette nella crescita
positiva della domanda di software infrastrutturale: a fronte di un
comparto del software che nel suo complesso ha chiuso il 2010 con
-0,9%, il software di base è cresciuto del +0,4, recuperando
cinque punti percentuali rispetto all’anno precedente, mentre il
middleware di + 0,6% con un recupero di 2,6 punti percentuali.

La crescita del mercato hardware è stata, inoltre, trainata sia
dalle vendite di pc che di nuovi device, come i tablet, presso
imprese e individui. I Personal Computer mettono a segno un
incremento di + 15,7% delle unità vendute, recuperando oltre 15
punti percentuali di crescita rispetto al 2009. All’interno di
questo segmento di mercato, notevoli sono i risultati dei desktop
che con una crescita di +10,4% recupera poco meno di trenta punti
percentuali e dei server, che passano da -20,9% del 2009 a +2,4%
del 2010, mentre i portatili con + 9,4% di crescita subiscono per
la prima volta dopo anni in salita una lieve flessione nella
crescita (+10,1% nel 2009). Il 2010 è anche la prima volta dei
tablet che si impongono all’attenzione con 428.570 unità
vendute.

Il mercato delle telecomunicazioni ha subito una calo del 3% che ha
portato il valore del mercato a 41,8 miliardi di Euro.
Le telecomunicazioni stanno subendo in questa fase gli effetti del
progressivo calo dei prezzi e delle tariffe dovuto all’elevata
concorrenza tra gli operatori che penalizza la crescita sia del
mobile (-3,2%) che del fisso (-2,6%).

L’andamento a valore del mercato non rende, perciò, conto della
crescita della penetrazione e dell’utilizzo dei prodotti e dei
servizi di telecomunicazioni che, in realtà, anche nel 2010 è
stato molto intenso.

Le vendite di smartphone sono ammontate a più di 4 milioni di
unità, valore doppio rispetto al 2009, gli accessi a larga banda
sono aumentati del 6,9% superando i 13 milioni di unità e la
crescita a valore degli accessi a Internet da rete fissa è stata
del 7,4%.

L’indagine congiunturale Assinform
La nona indagine congiunturale realizzata a febbraio di
quest’anno presso un campione significativo di aziende associate
Assinform conferma un clima di fiducia da parte delle imprese It .
Il fatturato risulta in miglioramento per il 65,2% delle aziende,
contro il 47,3% di novembre 2010. Gli ordinativi sono dichiarati in
crescita dal 61% del campione, percentuale significativamente più
alta rispetto al 45,4% di novembre 2010; budget delle imprese
clienti in netto miglioramento per il 65,7% del campione, mentre a
novembre 2010 si pronunciava così solo il 46,4%. Interessante
anche il dato sugli organici aziendali che, se da una parte
continua a segnalare una situazione di stabilità per i dipendenti,
dall’altra registra una leggera inversione per i consulenti i
quali, dopo il crollo subito nel periodo di crisi, si stanno
riaffacciando all’orizzonte delle imprese in quanto figure
specializzate necessarie per implementare nuovi progetti. Da tener
presente che, in realtà, i consulenti costituiscono la gran parte
dell’universo delle micro imprese in cui è frastagliato il
settore It.

Le stime di Assinform e NetConsulting per il 2011 indicano il
consolidamento della domanda It, con una crescita annua intorno a +
1,3% che avrà come fattori di spinta la domanda di hardware
(+3,2%), e che si avvarrà anche della ripresa della domanda di
software (+1,6%) e di servizi informatici (+0,6%).

“La ripresa degli investimenti in tecnologia – ha concluso il
presidente di Assinform – è un fenomeno con importanti
potenzialità. Pone le basi per la crescita della domanda di nuove
applicazioni e servizi informatici, che costituiscono il vero
valore aggiunto del made in Italy tecnologico e sono motore di
sviluppo e di aumento dell’occupazione. In particolare, per
un’economia come quella italiana trainata dall’export – che
tuttavia secondo le recente stime della Banca d’Italia, nei
prossimi due anni è destinato a perdere dinamicità e
competitività – l’innovazione tecnologica diventa la chiave per
aprire nuove opportunità alle imprese italiane, consentendo loro
di competere anche nei grandi mercati emergenti”.

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