DIGITAL MINDS – 4

Martin Sorrell: “Cinque princìpi per vincere la sfida digitale”

Il contributo di oggi alla “Digital minds for a new Europe” voluta dalla Commissione Ue. Il fondatore e ceo di Wpp chiede all’Europa di portare la programmazione informatica nelle scuole: “Per superare i nostri concorrenti dobbiamo cambiare il motore mentre l’aereo sta volando”

Pubblicato il 25 Set 2014

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Digital Minds for a new Europe” è il titolo della serie di interventi raccolti sul sito di Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione Ue e commissario uscente all’Agenda digitale. Quaranta contributi che fino al 31 ottobre accompagneranno con proposte e idee sui temi dell’innovazione il periodo che manca alla fine del mandato.

Oggi è la volta di sir Martin Sorrell, fondatore e ceo di Wpp, multinazionale britannica di advertising e public relation. Ecco una sintesi del suo intervento

“Qualcuno una volta ha detto che spostarsi da un modello di business tradizionale a uno adatto all’era digitale è come cambiare i motori mentre l’aereo sta ancora volando. E’ una metafora perfetta. (…) Il cambiamento tecnologico non è soltanto costante, ma sta accelerando. La tecnologia non cambierà mai più così lentamente come lo sta facendo oggi. Aziende e amministrazioni hanno bisogno di organizzazioni costruite per evolversi mentre si muovono, e in questo contesto i principi contano più dei singoli progetti. Abbiamo bisogno di progetti che ci guidino nel modo in cui cambiamo, non di piani che ci spieghino cosa cambiare. Ecco i cinque principi guida che possono essere applicati allo stesso modo al business e all’amministrazione:

1. Non aspettare che “succeda”

“Il cambiamento tecnologico è inevitabile, ma la nostra risposta non lo è. Le organizzazioni che hanno successo sono quelle che prendono il controllo del proprio destino (…)”.

“Le istituzioni devono guardare al digitale come a un “enabler”, e non come a una minaccia o a un inconveniente da ignorare finché sarà possibile”.

2. Ascoltare (e rispondere)

“Le tecnologie digitali creano nuovi modi per ascoltare e capire I consumatori e I cittadini, spianando la strada per servizi pubblici più personalizzati (…)”.

“Le aziende hanno utilizzato il digitale per creare esperienze più personali, più coinvolgenti e più efficaci. Molti usano i big data per implementare automaticamente l’esperienza degli utenti e per offrire contenuti o servizi più adatti alle loro esigenze. I device indossabili e connessi creeranno nuovi modi per le persone per comunicare I loro bisogni (…)”.

3. Provare il sapore del rischio (e una pelle più spessa per affrontarlo)

“Uno dei grandi luoghi comuni del business moderno, importato dalla Silicon Valley, è il mantra del successo attraverso il fallimento (…)”.

“Detto questo, il successo nell’era digitale ha bisogno del giusto atteggiamento verso il fallimento e l’assunzione di un rischio, e vale anche per le istituzioni. Non tutto funzionerà la prima volta. Per questo c’è bisogno di una cultura dell’organizzazione che abbia la giusta considerazione del rischio controllato, che sappia accettare una ragionevole probabilità di fallimento e sia preparata a fermare l’attività che non funziona e a impararne la lezione”.

4. Focalizzarsi sui tubi, non sull’acqua

“Nel mondo digitale le piattaforme sono fondamentali. I business digitali che hanno ottenuto più successo sono quelli che mettono a disposizione una piattaforma per altri operatori: I social media come Facebook e Twitter consentono alle persone di entrare in contatto e comunicare. eBay consente alle persone di vendere e comprare; Deezer e Spotify consentono alle persone di scoprire e ascoltare la propria musica preferita (…). Nessuno di questi produce beni o contenuti, ma hanno un grande valore dal momento che mettono a disposizione l’ambiente giusto utile agli altri per emergere. Le migliori pratiche di e-government avranno moto da imparare da queste esperienze (…)”.

5. Portare il coding nelle classi

“Le aziende, i governi e le popolazioni in generale hanno bisogno di migliori capacità di programmazione informatica. (…) Il dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti stima che dal 2020 ci saranno 1,4 milioni di posti di lavoro collegati ai computer, ma soltanto 400mila persone con la preparazione giusta per occuparli. Altre parti del mondo potranno leggere in questi numeri un’opportunità, ma soltanto se avranno attivato I giusti programmi educative(…)”.

“Se tutto questo aiuterà il Regno Unito riuscirà a capovolgere il dominio stabilito dai suoi concorrenti orientali rimane da vedere, ma sarà un grande progresso nella giusta direzione, che spero sia preso ad esempio ovunque in Europa, e anche oltre l’Unione”.

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