TRIPWIRE. Ddl Alfano, abbagli e bavagli

Pubblicato il 03 Ott 2011

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Non bastassero i cinesi, pure l’onorevole Angelino Alfano prova a
mettere la mordacchia ai blog col ddl sulle intercettazioni.
Predicare liberismo al mattino per salmodiare censure alla sera,
serve solo a lucidare un boomerang di quelli sopraffini.

Secondo il ddl Alfano, il gestore del blog sarà obbligato a
pubblicare la rettifica di chiunque lo richieda, se costui abbia
subito la diffusione di notizie che lo concernano su una testata
telematica. Il gestore sarà tenuto a pubblicare la rettifica senza
alcuna replica. Le ammende per i trasgressori potranno raggiungere
i 12mila euro.
Chi concepì tale norma non ha idea delle enormi e innumerevoli
possibilità di eluderla offerte dal Web. Fare un blog non costa
nulla e se tu mi mandi una rettifica su un blog, un mio amico può
riprendere l’argomento su un altro blog, confezionato su misura.
Se la rettifica raggiunge un giornale online, questo potrà
riattizzare la polemica con altre parole e da altre angolazioni,
che avranno un limite solo nell’inventiva e nella preparazione
del direttore, le cui capacità saranno certamente stimolate da
sfide di questo genere. Se un malcapitato pensa di sottrarsi
all’arena telematica con una letterina di rettifica, ben presto
saprà che la medicina è peggiore della malattia. Se non basterà,
possiamo scommettere che la magistratura ordinaria e amministrativa
svuoteranno quel che rimarrà d’una tale leggina.

La sensazione è che tale norma sia stata scritta da chi nel Web
non sa come muoversi. Il rimedio? Quello che vige ora: se c’è
diffamazione si dia querela, se si riferiscono notizie vere in
forma corretta, non c’è rettifica che tenga se non quella dei
comportamenti.

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