Calabrò: “Diritto d’autore, serve una riforma. Troppo spazio agli Ott”

Il presidente dell’Agcom auspica un adeguamento della normativa all’evoluzione tecnologica in atto e aggiunge: “L’Authority non vuole diventare lo sceriffo di Internet”

Pubblicato il 05 Ott 2011

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"Si continua a ripetere che la via giusta non è quella che
abbiamo seguito. La via giusta sarebbe la riforma del diritto
d'autore per adeguarlo all'evoluzione tecnologica in atto.
Sono 70 anni che si parla di questa riforma, quanto tempo ancora
dobbiamo aspettare?". Lo ha detto il presidente
dell'Agcom, Corrado Calabrò, durante il convegno "Italia
audiovisiva diritto d'autore e creatività". Calabrò ha
aggiunto che l'Autorità con il suo regolamento sul diritto
d'autore "non vuole diventare lo sceriffo di
Internet".

"Nel nostro schema non c'è nessun limite alla libera
espressione e diffusione del pensiero – ha proseguito Calabrò –
abbiamo scartato in partenza logiche invasive del tipo di quelle
adottate in Francia che, rivolgendosi all'utente finale e alle
applicazioni peer-to-peer, si stanno rivelando al tempo stesso
intrusive e poco efficaci. Un intervento per la tutela del
copyright non può avere un contenuto esclusivamente repressivo, ma
deve contenere anche una fase propositiva, diretta a suscitare
iniziative mirate all'allargamento delle aree dell'utilizzo
legale".

Calabrò ha ricordato che "lo schema di regolamento viene
nuovamente sottoposto a consultazione pubblica e che è stato nel
frattempo notificato alla Commissione Europea".

"La notifica della Commissione – ha proseguito – comporta tre
mesi di attesa della pronuncia di Bruxelles, entro il 3 novembre.
In questo frattempo avremo tutto il tempo di vagliare ogni elemento
utile a migliorare il provvedimento. E stiamo anche colloquiando
informalmente con il blogger e più in generale con il popolo della
Rete".

"Non si può abbandonare il campo – ha aggiunto Calabrò –
allo strapotere degli over the top (Google, Youtube, Facebook,
Apple), che si limitano a raccogliere i frutti mentre gli autori
seminano al vento e le società della Rete investono senza adeguati
ritorni. Proprio alcuni tra i più critici rispetto alla nostra
proposta hanno sottolineato che l'enforcement anti-pirateria si
debba accompagnare alla riproposizione nel digitale dei diritti
consolidati degli utenti affinchè l'asse non si sbilanci a
vantaggio delle piattaforme globali di distribuzione. È una
critica costruttiva che terremo in debita considerazione".

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